08/07/2016
“Il modello di accoglienza – si legge nel documento – funziona nella misura in cui tutti ci diamo una mano”Profughi in Trentino, lettera ai sindaci
Richiedere con forza allo Stato il rispetto dei limiti e dei parametri della redistribuzione territoriale dei richiedenti protezione internazionale ma anche implementare con decisione il modello trentino di accoglienza improntato ad un'equa sistemazione dei migranti sul territorio provinciale.
Sono le linee d'azione da perseguire in Trentino di fronte al tema dei richiedenti protezione internazionale sottolineate dal Presidente della Provincia, Ugo Rossi e dall'assessore Luca Zeni in una lettera inviata ai sindaci. Il documento è stato illustrato in occasione di un recente incontro con il Consiglio delle Autonomie.
Accanto agli obiettivi operativi, la lettera individua nel dialogo e nella collaborazione la ricetta più efficace per rispondere al tema profughi. “Il modello di accoglienza – si legge nel documento – funziona nella misura in cui tutti ci diamo una mano”.
La lettera presenta anche il quadro attuale della presenza dei profughi in Trentino con uno sguardo di prospettiva, sollecitando un'azione diretta dei sindaci nella promozione del modello d'accoglienza diffusa. Tradotto su un piano più squisitamente operativo, l'invito rivolto ai sindaci è a collaborare attivamente alla ricerca di immobili, pubblici o privati, da destinare all'accoglienza delle persone richiedenti protezione internazionale.
Il testo della lettera inviata ai sindaci del Trentino dal presidente Ugo Rossi e dall'assessore Luza Zeni
“In questo periodo il tema dell'accoglienza dei profughi si sta ancora una volta imponendo con forza all'attenzione di tutti. In Italia il ritmo degli arrivi dei richiedenti asilo sta nuovamente crescendo e ciò comporta, anche in Trentino, un incremento delle presenze. Attualmente, sul nostro territorio provinciale si registrano 1.207 persone che richiedono protezione internazionale. Un numero destinato ad aumentare rapidamente. Sono molte le considerazioni di ordine geopolitico che andrebbero svolte; la forte crisi che sta attraversando l'Europa è dovuta anche alla incapacità di gestire in maniera unitaria ed efficace un fenomeno che sta minando la credibilità delle istituzioni nazionali e comunitarie. Soltanto la stabilizzazione delle aree del Mediterraneo oggi senza presidio, dalla Siria alla Libia, porterà a una risoluzione permanente dell'emergenza dei profughi, e solo una diversa presa in carico dei richiedenti asilo - sia con regole comuni sia con una redistribuzione equa tra gli Stati - porterà equità ed una accoglienza autentica.
Dal punto di vista istituzionale tuttavia, come Provincia autonoma di Trento, possiamo soltanto evidenziare tali considerazioni nelle sedi nazionali, politiche ed istituzionali, mentre abbiamo il dovere di gestire l'accoglienza degli arrivi in Italia assegnati al Trentino. A questo proposito due sono le linee d'azione che è necessario perseguire.
Da un lato è necessario richiedere con forza allo Stato il rispetto dei limiti e dei parametri della redistribuzione territoriale, stabiliti a livello nazionale e che vedono assegnata al Trentino una quota pari allo 0,9% degli arrivi in Italia. In questa prospettiva il confronto tra Provincia e Commissariato del Governo è costante e franco, ed una nota ufficiale è stata inviata al Ministro degli Interni nelle scorse settimane; risulta peraltro che il rispetto delle percentuali sia generalmente rispettato.
Dall'altro risulta quanto mai necessario implementare con decisione il modello trentino dell'accoglienza che, come sapete, si caratterizza per la scelta di favorire una redistribuzione equa sui territori provinciali delle persone richiedenti protezione internazionale, in modo da evitare il ricorso a grande assembramenti in pochi posti, salvaguardare le comunità dalle possibili tensioni sociali che ne potrebbero derivare e al contempo favorire diversi livelli d'integrazione e di coinvolgimento dei profughi nelle comunità ospitanti.
Fino ad oggi, grazie allo sforzo di alcuni di voi e all'apporto di componenti strategiche della società civile quali la curia e la cooperazione, siamo riusciti a gestire sufficientemente il fenomeno. Tuttavia la ripresa significativa dei flussi migratori, impone l'esigenza di aggiornare lo sforzo collettivo per implementare la presenza diffusa sul territorio dei richiedenti protezione internazionale.
I dati ci offrono, infatti, una fotografia secondo la quale esistono ancora ampi margini di miglioramento per il raggiungimento di una redistribuzione equa delle presenze. A fronte di uno sbilanciamento ancora eccessivo delle presenze su Trento e Rovereto, ci sono ad esempio intere comunità nelle quali l'accoglienza dei profughi non è stata ancora attivata.
Nella tabella (allegata in fondo alla notizia, ndr) viene riportata la situazione attuale, quella che dovrebbe essere la redistribuzione stante i 1207 profughi attualmente presenti in Trentino, e quella che dovrebbe essere qualora in prospettiva tale numero dovesse salire a 1500, e poi a 2000. Le previsioni di incremento di presenze nelle prossime settimane imporranno scelte straordinarie, e non potremo evitare di individuare sul territorio provinciale alcune strutture in grado di ospitare un numero di persone anche elevato. La temporaneità di tale scelta, che non è in linea con l'impostazione che siamo riusciti a mantenere fino ad ora, dipende dalla capacità di tutto il sistema trentino di incrementare la distribuzione capillare in piccoli nuclei dei richiedenti asilo.
Per questo siamo a sollecitare una vostra azione diretta nella promozione del modello d'accoglienza diffusa nei confronti dei vostri concittadini e delle comunità che rappresentate. Nel concreto quello che vi proponiamo è di collaborare attivamente alla ricerca di immobili, pubblici o privati, da destinare all'accoglienza delle persone richiedenti protezione internazionale, diffondendo
'l'avviso di ricerca'
.
A questo proposito si precisa che:
• Il contratto d'affitto sarà stipulato, quale conduttore, dal Dipartimento salute e solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento, che solo intratterrà i rapporti con la proprietà dell'immobile.
• Il corrispettivo dell'affitto (ricavato dal fondo statale dedicato all'accoglienza)
sarà proporzionale al numero di persone ospitabili nell'immobile ed è quantificato in circa 120/150 euro/mese a persona.
• L'immobile deve essere localizzato all'interno del territorio provinciale, possibilmente ubicato in prossimità dei centri abitati e di zone servite dai mezzi di trasporto pubblici.
• Si garantisce massima flessibilità sulla durata del contratto d'affitto, per venire incontro alle esigenze dei proprietari.
• Le persone richiedenti asilo sono inserite in un percorso d'accoglienza, quindi seguite da realtà di privato sociale, a cui poter far riferimento in caso di necessità.”
La lettera si chiude indicando il contatto cui rivolgersi per segnalazioni, esigenze, chiarimenti e approfondimenti: arch. Giacomo Fumanelli c/o Cinformi; cell. 331.1780737.