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L’immigrazione in Italia e nel mondo

28/10/2020

Dossier Idos: 5.306.500 residenti stranieri in Italia, l'8,8% della popolazione complessiva

LO SCENARIO INTERNAZIONALE
Nel 2019 sono arrivati a 272 milioni i migranti internazionali. Costituiscono quindi più di 1 ogni 30 abitanti della Terra (il 3,5% di una popolazione mondiale di 7,6 miliardi di persone). Nell’ultimo periodo essi sono cresciuti di 14 milioni ogni due anni (erano 258 milioni nel 2017 e 244 milioni nel 2015) e oggi sarebbero 1 miliardo se vi si includessero anche i migranti interni. 
A ospitarne il maggior numero è l’Europa (89,2 milioni), seguita nell’ordine dall’Asia (77,5 milioni), dall’America (quasi 70 milioni), dall’Africa (26,3 milioni) e dall’Oceania (8,7 milioni). Oltre 2 migranti su 5 (41,3%) sono insediati, dunque, nel Sud del mondo.
I dati emergono dal Dossier Statistico Immigrazione 2020 (trentesima edizione) a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS, presentato il 28 ottobre 2020 in tutta Italia.
Tornando ai dati, i migranti forzati, arrivati oggi a 79,5 milioni (erano meno di 71 milioni l’anno precedente), sono raddoppiati in soli dieci anni. Tra costoro, di cui il 40% è costituito da bambini, 26 milioni sono i rifugiati e 4,2 milioni i richiedenti asilo. Si aggiungono poi 24,9 milioni di migranti ambientali, che la pandemia in corso rende particolarmente vulnerabili e che i cambiamenti climatici globali renderanno sempre più numerosi: vari studi ne paventano un aumento esponenziale fino a un numero compreso tra i 200 milioni e 1 miliardo entro il 2050.
I migranti economici sono 164 milioni e in diversi paesi del mondo arrivano a rappresentare il 20% della forza lavoro.

IL QUADRO ITALIANO
A fronte di un lievissimo aumento netto annuo di residenti stranieri in Italia, che a fine 2019 sono in totale 5.306.500 (appena 47.100 in più rispetto all’anno precedente: +0,9%), l’8,8% della popolazione complessiva del paese, i soli non comunitari regolarmente soggiornanti hanno conosciuto, per la prima volta dopo vari anni, una diminuzione del loro numero, calato di ben 101.600 unità (-2,7%) e giunto così a poco più 3.615.000 (erano 3.717.000 a fine 2018).
Per quanto riguarda le provenienze principali, resta preponderante quella europea, con 2.630.000 persone, il 49,6% di tutti i residenti stranieri, per il 60,3% costituita da comunitari, 1.586.000; seguono pressoché appaiate l’Africa, con 1.159.000 presenze pari al 21,8% del totale straniero, e l’Asia, con 1.123.000 e il 21,2%, mentre gli americani sono 391.000, il 7,4% di tutti i residenti stranieri in Italia, in stragrande maggioranza latinoamericani: 373.000. In particolare, su poco meno di 200 collettività estere, i più numerosi restano i romeni, che con 1 milione e 200mila persone coprono quasi un quarto di tutte le presenze, seguiti da albanesi e marocchini, con oltre 400mila cittadini ciascuno, dai cinesi, con poco più di 300mila, e dagli ucraini, con circa 240mila.
Nel 2019 si registra, accanto a un ulteriore crollo del numero di migranti forzati sbarcati nel paese (11.471, di cui 1.680 minori stranieri non accompagnati: -50,9% rispetto ai totali 23.370 del 2018 e -90,4% rispetto ai 119.369 del 2017), anche uno svuotamento dei centri di accoglienza (i cui ospiti sono scesi da 183.800 nel 2017 a 84.400 a fine giugno 2020, per una fuoriuscita netta di quasi 100.000 persone in appena 2 anni e mezzo) e un drastico calo della percentuale di riconoscimento delle domande di protezione presentate in Italia (dal 32,2% del 2018 ad appena il 19,7% del 2019, la metà della media europea).
I minori stranieri non accompagnati (MSNA) sono 17.800 all’interno dell’UE a 28 Stati a fine 2019 (erano 19.800 nel 2018 e 95.200 nel 2015); a fine giugno 2020 in Italia la loro presenza nei centri di accoglienza è scesa ad appena 5.016 (per il 95,3% maschi e per l’87,6% tra i 16 e 17 anni d’età), contro i 6.054 di fine 2019 e i 10.787 di fine 2017. Di contro, quelli allontanatisi dai centri e resisi irreperibili erano quasi 5.383 a fine 2019 (cui se ne sono aggiunti altri 215 nei primi 6 mesi del 2020).
Gli stranieri che nel 2019 hanno acquisito la cittadinanza italiana sono 127.000, in crescita rispetto all’anno precedente (+14.500), interrompendo così il progressivo calo iniziato dal 2016 (quando si toccò la cifra-record di circa 201.600 acquisizioni).
Sono poi 553.000 gli alunni stranieri nati in Italia e costituiscono ormai quasi i due terzi (64,5%) dei totali 858.000 studenti non italiani iscritti a scuola (a.s. 2018- 2019), questi ultimi arrivati a incidere per il 10,0% sull’intera popolazione scolastica nazionale.
Sul fronte dei matrimoni misti, il numero e l’incidenza sono in crescita: circa 23.900 nel 2018, +4,4% rispetto all’anno precedente, il 12,2% di tutti i 195.800 matrimoni celebrati nello stesso anno, contro una media del 9% degli anni precedenti.
Passando alle appartenenze religiose, la maggioranza assoluta, pari al 51,9% di tutti i residenti stranieri, è costituita da 2.749.000 cristiani, per oltre la metà ortodossi, 1.532.000, seguiti da 940.000 cattolici e 235.000 protestanti; i musulmani sono invece un terzo del totale: 1.764.000, pari al 33,2%.

IL QUADRO TRENTINO
Al 31 dicembre 2019 gli stranieri residenti in provincia di Trento ammontano a 47.880 persone, 550 in più rispetto all’inizio dell’anno (+1,2%). L’incidenza sulla popolazione residente complessiva è dell’8,8%, valore in linea con la media nazionale ma inferiore al dato dell’Italia settentrionale.
Per quanto riguarda le aree di provenienza, la maggior parte dei cittadini stranieri residenti in provincia di Trento proviene dall’Europa centro-orientale (31,3%) e dall’UE (30,3%); seguono i cittadini dell’Africa settentrionale (11,6%) e dell’Asia centro-meridionale (10,2%). Con oltre 10.500 residenti, il gruppo nazionale romeno rimane quello più numeroso, rappresentando il 22,0% del totale degli stranieri sul territorio provinciale; seguono i cittadini albanesi (5.679) e marocchini (3.866).
I minori rappresentano il 21,6% della popolazione straniera.

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Pubblicato il: Mercoledì, 28 Ottobre 2020 - Ultima modifica: Giovedì, 29 Ottobre 2020

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