24/06/2019
Ecco il report dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti
24/06/2019
Ecco il report dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migrantiÈ stato pubblicato il volume dei “Quaderni di epidemiologia” dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (INMP) dedicato ai risultati del sistema di monitoraggio della salute degli immigrati per l’anno 2016. La monografia nasce dal lavoro di un tavolo di esperti, attivato nel 2015 da INMP, che ha individuato gli indicatori oggetto di monitoraggio e delle otto Regioni e Province Autonome che hanno aderito alla ricerca: Provincia autonoma di Trento, Provincia autonoma di Bolzano, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Basilicata.
Il quadro trentino
Cosa emerge:
• Maggiori ricoveri per gli stranieri: per gli uomini per traumatismi (infortuni sul lavoro), per le donne per cause ostetriche
• Le donne straniere sono meno seguite in gravidanza (prima visita più tardi, meno visite, meno ecografie meno indagini prenatali dopo i 35 anni)
• Nessuna differenza nelle condizioni dei neonati
• Ricoveri nel primo anno di vita maggiori nei bambini italiani
• Ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza nelle donne fino ai 25 anni è maggiore nelle donne italiane, mentre dopo i 30 è maggiore nelle donne straniere che ricorrono anche ripetutamente all’interruzione volontaria di gravidanza più frequentemente delle italiane
• Gli stranieri ricorrono meno ai servizi di assistenza territoriale e si rivolgono più spesso al pronto soccorso
Possibili interventi:
• Approfondire la questione della sicurezza sul lavoro dei lavoratori stranieri nei settori occupazionali più interessati da infortuni
• Informare in maniera più efficace le donne straniere sulla disponibilità dei diversi servizi territoriali e in particolare dei servizi del percorso nascita
• Per contrastare le interruzioni volontarie di gravidanza tra le straniere potrebbe essere presa in considerazione la disponibilità di materiale informativo sui metodi contraccettivi alla dimissione dopo il parto.