09/08/2023
Nel 2022 inviati dall’Italia oltre 8 miliardi; 60 milioni dal Trentino
09/08/2023
Nel 2022 inviati dall’Italia oltre 8 miliardi; 60 milioni dal TrentinoLe rimesse inviate in patria dagli immigrati residenti in Italia sono in costante aumento dal 2017. Nonostante il lieve calo del 2022 (-1,8%), il volume complessivo si mantiene sopra gli 8 miliardi. Rispetto al 2017, il valore è aumentato del +44,9%. I dati arrivano dalla Fondazione Leone Moressa , istituto di ricerca creato e sostenuto dalla CGIA di Mestre, che ha analizzato i dati Banca d’Italia e fotografato la situazione nel 2022 evidenziando il dettaglio per Paese di destinazione e provincia di partenza.
1,2 miliardi verso il Bangladesh
Il primo Paese di destinazione è il Bangladesh con 1,2 miliardi di euro, pari al 14,6% del totale. Seguono Pakistan e Filippine. Questi tre Paesi registrano tutti un trend fortemente positivo negli ultimi cinque anni. Diminuiscono invece i flussi verso l’Est Europa, in particolare Romania (-18,1%), Albania (-9,6%) e Moldavia (-10,2%), Paesi più facilmente raggiungibili via terra, portando con sé regali o denaro per la famiglia. In forte calo nel 2022 anche l’Ucraina, a causa della guerra e della fuga di quasi 5 milioni di profughi.
Crollo dei flussi verso la Cina
Confrontando la distribuzione delle rimesse nel 2022 con quella di dieci e cinque anni prima, emerge un profondo cambiamento. Nel 2012 vi era una minore frammentazione, con più di un quarto delle rimesse concentrato verso un solo Paese (la Cina). Nel 2022, invece, i primi cinque Paesi raggiungono poco più del 40% delle rimesse, e nessun Paese raggiunge il 15%. La Cina, che nel 2012 riceveva 3 miliardi di euro dall’Italia, oggi arriva appena a 23 milioni di euro e non figura nemmeno tra i primi 30 Paesi. Rispetto a dieci anni fa sono cresciuti fortemente Bangladesh e Pakistan, mentre gli altri Paesi in classifica sono quelli storicamente più rappresentati dagli immigrati in Italia.
Media pro-capite di 136 euro al mese; oltre 600 euro al mese per i cittadini del Bangladesh
Rapportando le rimesse inviate e la popolazione residente per ciascun Paese d’origine, si ottiene il valore medio pro-capite. Mediamente, ciascuno dei 5 milioni di residenti stranieri ha inviato 136 euro al mese in patria. Osservando le prime 20 comunità straniere presenti in Italia, i valori massimi si registrano tra i cittadini del Bangladesh (628 euro medi pro-capite). Il Pakistan è il secondo Paese più attivo, con 435 euro al mese pro-capite, seguito da Senegal (330 euro) e Filippine (327 euro).
Milano e Roma in testa
Oltre un quinto delle rimesse parte dalla Lombardia (1,85 miliardi). La seconda regione è il Lazio, con 1,22 miliardi. Seguono Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, tutte con più di 600 milioni di euro inviati nel 2022. A livello di singole province, Roma supera il miliardo di euro inviato nel 2022. Segue Milano, con 917 milioni. Quasi un quarto di tutte le rimesse italiane parte da queste due città. Seguono Napoli e Torino, rispettivamente con 363 e 282 milioni di euro.
Le rimesse dal Trentino-Alto Adige
Guardando al quadro regionale del Trentino-Alto Adige, ammontano a 60 milioni di euro le rimesse inviate dal Trentino nel 2022 (+2,4% rispetto al 2021 e +58% rispetto al 2017), cifra minore rispetto all’Alto Adige, dal quale sono partite risorse per 89 milioni (+2,5% rispetto al 2021, + 91,9% rispetto al 2017). Nel complesso, quindi, i migranti hanno inviato in patria dal Trentino-Alto Adige 149 milioni di euro nel 2022 (+2,5% rispetto al 2021, +76,7% rispetto al 2017).
La Fondazione Leone Moressa ricorda che le rimesse rappresentano un canale importante per il sostegno diretto dei migranti alle famiglie in patria, con risorse che finanziano istruzione, sanità e piccoli investimenti. Vanno poi aggiunti i flussi informali (regali, denaro consegnato a mano), frequenti soprattutto verso i Paesi più facilmente raggiungibili. Importante – aggiunge la Fondazione – l’azione di controllo e prevenzione delle irregolarità, per evitare che questi strumenti siano utilizzati per evadere il fisco o finanziare attività illecite.
Anche la Banca Mondiale – aggiunge la Fondazione Leone Moressa – riconosce che le rimesse sono una fonte vitale di reddito familiare per i paesi a basso e medio reddito. Alleviano la povertà, migliorano i risultati nutrizionali e sono associati a un aumento del peso alla nascita e a tassi di iscrizione scolastica più elevati per i bambini delle famiglie svantaggiate.