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Rapporto annuale 2018

Popolazione straniera residente: 46.929 unità (+1,0% rispetto al 2016); componente femminile: 53,4%; incidenza sul totale della popolazione residente: 8,7%.

SINTESI
L’immigrazione straniera in Trentino, così come nel resto di Italia, non è significativamente in crescita. Guardando ai principali indicatori, la popolazione straniera residente è costituita da 46.929 persone (+1,0% rispetto al 2016); la componente femminile si attesta a quota 53,4%, com un’incidenza sul totale della popolazione residente pari all’8,7%. I primi gruppi nazionali sono Romania (22%), Albania (11,9%) e Marocco (8%). I principali motivi del soggiorno sono di gran lunga famiglia (50,9%) e lavoro (41,3%).
Guardando al contributo dei migranti al sistema economico, in Trentino lavorano circa 20.000 immigrati, senza contare l’occupazione stagionale, indicando un radicamento consolidato nell’economia locale. Malgrado le difficoltà segnalate e l’attuale incertezza sulla congiuntura del 2019, il sistema economico trentino non potrà facilmente prescindere dall’apporto degli immigrati in diversi ambiti cruciali.

Ricongiungimenti familiari e acquisizioni di cittadinanza
Il numero di richieste di ricongiungimento familiare pervenute nel corso del 2017 (circa 280) è del tutto in linea con quello dell’anno precedente (+0,7%). Si tratta, in un contesto migratorio ormai maturo e consolidato come quello trentino, di un numero di casi relativamente esiguo, riconducibile anzitutto alla migrazione pakistana, marocchina e indiana. A presentare queste richieste sono stati prevalentemente uomini (82% circa).

Casa e mercato abitativo
Le domande in graduatoria alla fine del 2017, circa 3mila in tutto (-11,5% rispetto all’anno precedente), sono riconducibili a cittadini comunitari per il 61% del totale e a cittadini non comunitari per la parte rimanente. La quota relativa di domande da cittadini di paesi terzi risulta in calo già da diversi anni. Le domande ammesse all’accesso all’edilizia residenziale sono state pari a meno di un decimo delle domande ammissibili – 120 unità in tutto (4% circa). Gran parte delle domande ammesse è riconducibile a cittadini comunitari.

Integrazione scolastica
Gli alunni con cittadinanza non italiana (a.s. 2017/2018) sono 9.502 (+0,2% rispetto all’a.s. 2016/2017) l’11,8% del totale degli alunni. Di questi: il 23,8% nella Scuola dell’infanzia, il 38,4% nella Primaria (38,4%), il 20,9% nella Secondaria di I grado e il 17,0% nella Secondaria di II grado. Relativamente ai percorsi scelti dai frequentanti stranieri, si consolida il primato dell’industria e artigianato con il 40,9%. Un risvolto preoccupante è rappresentato dall’abbandono della frequenza scolastica, che colpisce più gli stranieri che gli italiani (33% degli stranieri contro il 12% degli italiani) e la componente straniera maschile più di quella femminile.

Accesso e utilizzo dei servizi socio-sanitari
Risultano iscritti al sistema sanitario provinciale, a metà 2018, 48.250 persone di cittadinanza straniera, con una sensibile prevalenza femminile (53,2%). Il dato si pone in sostanziale continuità rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le cause prevalenti del ricovero, nella popolazione straniera maschile i gruppi diagnostici più comuni sono legati a traumatismi e avvelenamenti, malattie del sistema circolatorio, malattie dell’apparato digerente o respiratorio. Tra le donne, invece, sono relativamente più comuni i ricoveri per complicazioni della gravidanza o del parto.

Occupazione degli immigrati in Trentino
Le assunzioni di lavoratori stranieri nel 2017 sono state 39.415 (-10,6% rispetto al 2016); di queste: il 22,4% in agricoltura, il 14,0% nell’industria e il 63,6% nel terziario. Il fenomeno da molti annunciato del ritorno degli italiani nelle posizioni lasciate agli immigrati negli ultimi tre decenni si è verificato in maniera limitata. In questo senso l’inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro rappresenta una dimensione fondamentale.
I dati confermano l’importanza del settore industriale per la componente maschile con oltre 3.000 occupati nell’industria manifatturiera e 2.000 nelle costruzioni (in calo rispetto al 2016). Per l’occupazione femminile lo sbocco è invece rappresentato quasi esclusivamente dal settore dei servizi, dove si collocano più di otto lavoratrici su dieci. Una componente rilevante dell’occupazione straniera, specialmente femminile, si riferisce ai servizi domestici e assistenziali. Le lavoratrici provenienti dall’Europa orientale detengono l’83,3% del mercato, una percentuale rimasta sostanzialmente stabile nel confronto con gli ultimi anni. Emerge, poi, una riacutizzazione del problema degli infortuni sul lavoro tra gli immigrati, che per il secondo anno risulta in crescita (18,6% rispetto al 17,7% del 2016) dopo alcuni anni di contrazione. Per quanto riguarda il lavoro autonomo, a differenza del dato nazionale (dove le imprese straniere sono il 9,6% delle imprese attive in Italia) il dato trentino non segue questa tendenza. Proseguendo una contrazione già rilevata lo scorso anno, il numero di imprese guidate da persone nate all’estero è diminuito di oltre il 5%.

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Pubblicato il: Martedì, 23 Luglio 2019 - Ultima modifica: Lunedì, 24 Febbraio 2020

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