06/07/2010
I risultati del progetto, che ha coinvolto 22 donne straniere, sono stati presentati in Val di Non“Una nuova speranza per il futuro”
“Questo progetto ha rappresentato una nuova speranza per noi donne immigrate e per il nostro futuro lavorativo.” Lo hanno detto stamane a Cles le donne straniere che hanno preso parte al progetto pilota “Convivenza e pari opportunità nelle scelte e nei percorsi lavorativi - donne straniere con sè e con gli altri”. Il progetto è partito nell'ottobre 2009 e si è concluso nei giorni scorsi. E' stato promosso dall'Assessorato provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza, dalla Consigliera di Parità, dalla Comunità della Val di Non, dal Cinformi e dall'Ufficio per le pari Opportunità e ha rappresentato un'occasione privilegiata di promozione della cultura del lavoro femminile tra la popolazione di donne straniere che vivono in valle.
Hanno preso parte al progetto 22 donne da 6 Paesi (Colombia, India, Marocco, Romania, Serbia, Venezuela) e provenienti da 4 continenti.
L'obiettivo di fondo dell'iniziativa era valorizzare la persona – in questo caso le donne immigrate – e favorire la loro integrazione sociale.
Due i percorsi di formazione che sono stati portati a termine: la creazione di un'associazione che favorisca l'integrazione e la coesione sociale e un percorso per acquisire le competenze nel campo della sartoria e del lavoro domestico.
Alla presentazione dei risultati hanno preso parte, fra gli altri, il Presidente della Comunità della Val di Non Rolando Valentini, l’Assessore alle Politiche sociali della Comunità della Val di Non Giovanni Formolo, il Vicesindaco di Cles Flavia Giuliani, l’Assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, la Consigliera di Parità Eleonora Stenico, la responsabile dell’Ufficio per le pari Opportunità della Provincia autonoma di Trento Lucia Trettel, il coordinatore del Cinformi Pierluigi La Spada e la dottoressa Claudia Mammani, coordinatrice del progetto sul territorio.
Proprio la dottoressa Mammani ha sottolineato l'ottimo successo dell'iniziativa. “Le donne immigrate – ha detto – si sono fatte avanti, ci hanno raccontato le loro ambizioni e hanno seguito il percorso di formazione acquisendo nuove competenze.”
“In questa iniziativa è emersa – ha detto il Presidente della Comunità della Val di Non Valentini – una forte volontà di integrazione. Sono stati valorizzati i valori del territorio e le capacità delle donne immigrate che sono entrate in questa comunità”.
“Il progetto ha rappresentato un positivo esempio di collaborazione fra diversi soggetti e ha portato a risultati significativi”, ha detto la Consigliera di Parità Stenico.
“Le istituzioni sono andate incontro alle straniere – ha detto l'assessore della Comunità della Val di Non Formolo – e le ha valorizzate come persone e come risorse, nel segno di una fiducia reciproca.”
“Questo – ha detto l'Assessore provinciale Lia Giovanazzi Beltrami – rappresenta un ottimo progetto da esportare. Un esempio di integrazione e di valorizzazione delle capacità dei 'nuovi trentini'. Un'iniziativa nata dall'operazione ascolto organizzata a inizio legislatura sul territorio provinciale che poi ha portato alla stesura del Piano Convivenza approvato dalla Giunta provinciale.”
Proprio il Piano Convivenza è stato illustrato prima della conferenza stampa agli amministratori, alle associazioni e ai vari soggetti impegnati a vario titolo di fronte al fenomeno migratorio. Un appuntamento organizzato tra l'altro per presentare il documento ai nuovi amministratori eletti alle recenti consultazioni elettorali. Un documento, il Piano Convivenza, preso ad esempio a L'Aquila per rispondere efficacemente al fenomeno migratorio dopo il sisma, ma visto come modello da seguire in diverse località italiane dove il documento è stato presentato dall'Assessore Giovanazzi Beltrami.