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Un anno fa la “tragedia della vergogna”

03/10/2014

È stata la più grave tragedia nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo

E’ trascorso un anno da quando un’imbarcazione libica che trasportava oltre 500 migranti provenienti da Eritrea, Somalia, Etiopia, Ghana e Tunisia si rovesciò (il 3 ottobre 2013) a poche miglia dal porto di Lampedusa. Furono 368 i morti accertati. In 155 – tra i quali 41 minori – riuscirono a sopravvivere. È stata la più grave tragedia nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo. Molti sono gli eventi di commemorazione per questa prima giornata della memoria e dell’accoglienza che ha per tema “Proteggere le persone, non i confini”. A Lampedusa, al “Festival Sabir” promosso dall’Arci con il Comune di Lampedusa e il “Comitato 3 ottobre”, saranno presenti oggi (3 ottobre 2014) fra gli altri la presidente della Camera Laura Boldrini, il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il ministro degli Affari esteri Federica Mogherini.
Per ricordare la “tragedia della vergogna” ma anche tutte le altre tragedie che prima e dopo di allora si sono consumate nel Mediterraneo, saranno presenti anche i superstiti del naufragio del 3 ottobre, che oggi hanno un titolo di protezione internazionale.
In occasione del triste anniversario, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati richiama l’attenzione sull’aumento di vittime delle attraversate irregolari nel Mediterraneo. Quest’anno – fa sapere l'Agenzia Onu – le persone che finora hanno compiuto la traversata in mare sono in tutto 165.000, rispetto alle 60.000 del 2013; dati che rendono il 2014 un anno record e che indicano la disperazione di coloro che si mettono in viaggio.Tra l'1 luglio e il 30 settembre 2014 sono arrivate in Europa 90.000 persone e almeno 2.200 hanno perso la vita, mentre nel periodo compreso tra l'1 gennaio e il 30 giugno di quest’anno si contavano 75.000 arrivi e 800 decessi. In altre parole, le probabilità di morire per chi ha compiuto il viaggio nella prima metà dell’anno erano pari all'1,06%, mentre le probabilità per chi si è imbarcato nel terzo trimestre sono più che raddoppiate, arrivando al 2,4 %.
L'Unhcr rinnova il proprio appello all’Europa affinché investa maggiori risorse per garantire il soccorso in mare nel Mediterraneo e intensifichi gli sforzi per fornire alternative legali a questi pericolosi viaggi. E’ necessario – afferma l'Agenzia Onu – che lo sforzo collettivo continui ad assicurare un forte impegno nel salvataggio di vite umane in mare e ad aumentare le alternative legali per i rifugiati in cerca di salvezza in Europa. Se l’Europa non sarà in grado di mantenere questo impegno – sostiene l'Unhcr – sempre più persone continueranno a perdere la vita e le tragedie in mare come quella di un anno fa al largo di Lampedusa diventeranno più comuni.

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Pubblicato il: Venerdì, 03 Ottobre 2014 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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