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UN TRENTINO A COLORI

22/11/2007

“La via italiana all’immigrazione è la somma delle esperienze positive sviluppate a livello locale. In tal senso, la Provincia di Trento, attraverso il Cinformi dell’assessorato alle Politiche sociali, è un modello positivo di approccio al fenomeno migratorio, anche per il grande impegno profuso sul fronte dell’integrazione”...

“La via italiana all’immigrazione è la somma delle esperienze positive sviluppate a livello locale. In tal senso, la Provincia di Trento, attraverso il Cinformi dell’assessorato alle Politiche sociali, è un modello positivo di approccio al fenomeno migratorio, anche per il grande impegno profuso sul fronte dell’integrazione”. Lo ha detto stamane a Trento il sottosegretario al ministero della Solidarietà sociale, Cristina De Luca, intervenendo alla presentazione del Rapporto annuale 2007 sull’immigrazione in Trentino. “Studi come il Rapporto annuale realizzato dal Centro informativo per l’immigrazione – ha aggiunto il sottosegretario – sono fondamentali per la conoscenza del fenomeno migratorio”. Lo studio è frutto della collaborazione tra il Cinformi e i curatori, il professor Maurizio Ambrosini dell’Università di Milano, il dottor Paolo Boccagni dell’Università di Trento e la dottoressa Serena Piovesan dell’area Studi Cinformi. Il Rapporto rappresenta il punto di sbocco di un percorso di ormai sei anni di studio del caso trentino, anche in chiave comparativa con l’evoluzione dei fenomeni migratori nel resto del Paese. Alla presentazione del Rapporto sono intervenuti l’assessore provinciale alle Politiche sociali Marta Dalmaso, l’antropologo Ralph Grillo dell’Università di Sussex, il demografo Augusto Ascolani dell’Università di Trento, il sottosegretario al ministero della Solidarietà sociale Cristina De Luca e i curatori dello studio. “I dati qui presentati, per la loro rilevanza quantitativa e le loro caratteristiche qualitative – ha detto l’assessore Dalmaso – confermano la necessità di un impegno istituzionale costante per l’accompagnamento dei flussi migratori e la gestione dei processi di convivenza nelle comunità locali. E soprattutto ci aiutano a rifuggire da una concezione esclusivamente economicistica delle migrazioni, che pretenderebbe di fondare il governo del fenomeno unicamente sui fabbisogni dei comparti produttivi. E’ necessario – ha aggiunto l’assessore – sviluppare un’analisi multidimensionale dei percorsi di inclusione, che oltre ai vantaggi per il sistema economico tenga conto degli equilibri del mercato abitativo, dei sistema sanitario e delle istituzioni scolastico-formative”.

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Pubblicato il: Giovedì, 03 Gennaio 2008 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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