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Trentino, “nessuno si senta solo”

12/12/2011

“Non si sentano soli i lavoratori, non le imprese, non le famiglie, o le donne, o gli immigrati”

Nel buio della crisi, le istituzioni trentine sono vicine all'intera comunità, della quale fanno parte anche i “nuovi trentini”. E' quanto ha affermato stamane il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, nella relazione alla manovra Finanziaria 2012-2014 in Consiglio provinciale.
“Nessuno – ha detto il presidente – si senta solo: non i lavoratori, non le imprese, non le famiglie, o le donne, o gli immigrati. Soprattutto non si sentano soli i giovani perché anche in piena crisi globale vogliamo continuare ad investire nel loro futuro". Questo in sintesi il messaggio lanciato oggi dal presidente della Provincia autonoma di Trento. Dalla relazione traspare preoccupazione per la fase che il Trentino, assieme a tutta l'Europa, sta attraversando, e che non lascerà nulla immutato, ma anche fiducia negli strumenti che l'Autonomia speciale mette a disposizione e nella capacità della "Comunità autonoma" trentina di far fronte alle difficoltà, rinnovandosi e scommettendo sul futuro.
Questi in sintesi alcuni dei punti toccati da Dellai nella sua relazione, che alleghiamo in forma integrale.

I “nuovi trentini”
Non vogliamo che si sentano soli di fronte alla crisi i “nuovi trentini”, quel 9,2% della nostra popolazione costituita da stranieri arrivati da noi in gran parte per svolgere quei lavori che non rientrano più nelle aspirazioni dei trentini. Assieme ai giovani e alle donne, sono loro, gli stranieri, la categoria più esposta ai rischi di impoverimento e di precarietà che la crisi porta con sé. E le indagini sulla povertà in Trentino lo dimostrano con evidenza. Il nostro stesso interesse all’equilibrio e alla sicurezza, se non bastassero i preminenti valori di civiltà della nostra terra, ci spingono a proseguire nelle politiche positive di integrazione, rivolte a riconoscere per queste persone i diritti e, naturalmente, ad esigere il rispetto dei doveri.

La recessione e il Trentino
Il rischio della recessione è ormai certificato anche nelle previsioni dell’Ocse e dello stesso Governo, che ha previsto per il 2012, una caduta del prodotto interno lordo nazionale dello 0,4%. Non molto migliore è la previsione per l’intera Europa. Il Trentino non è immune dagli effetti di questo scenario. Sarebbe da sprovveduti pensarlo. Nel contempo, sarebbe da masochisti non ricordare che il prodotto interno lordo trentino nel 2010 è cresciuto del 2% rispetto al 2009 e, per l’anno in corso, i dati più aggiornati parlano di una crescita dell’1,4%.

Il rischio "valori"
La crisi globale non è solo finanziaria ed economica. Si intreccia con un deficit complessivo di valori, di cultura, di politica, effetto di quel pensiero unico nel quale il successo senza condizioni e la forza senza limiti costituivano i riferimenti fondamentali. La cultura del limite e della responsabilità verso la comunità, l’ambiente, le generazioni future, è stata relegata progressivamente ai margini nelle preoccupazioni dei ceti dirigenti ma anche, purtroppo, di una crescente fascia delle opinioni pubbliche, sempre meno convinte circa i vincoli della solidarietà.

Nessuno si senta solo
Il messaggio più forte che la Giunta provinciale rivolge a tutti i trentini prima di ogni altra considerazione è che nessuno deve sentirsi solo nell’affrontare questa crisi. La attraverseremo assieme, senza che nessuno si debba sentire trascinato fuori dai fondamentali diritti di cittadinanza e privato degli strumenti per valorizzare i suoi talenti. No, la crisi non distruggerà il nostro più grande patrimonio collettivo: lo spirito di comunità, la coesione della società, il suo forte tasso di giustizia e di condivisione.

Il lavoro
Nessuno in Trentino deve sentirsi solo nel campo del diritto al lavoro. Abbiamo approvato recentemente il nuovo piano triennale, nell’attesa che il Governo dia piena attuazione alla delega alla Provincia in materia di ammortizzatori sociali. Potenzieremo i servizi, le attività di orientamento e di formazione, i supporti al lavoro autonomo e professionale. Non diminuiremo l’impegno per il lavoro dei soggetti svantaggiati e per chi risulta espulso dalle normali attività produttive.

Il welfare
Nessuno deve sentirsi solo di fronte all’emergere di uno stato di temporaneo bisogno. Abbiamo stabilizzato strumenti importanti come il reddito di garanzia, per i quali vogliamo rafforzare le misure di condizionalità, per evitare comportamenti opportunistici da parte dei beneficiari. Punteremo sull’idea che a fronte del sostegno pubblico vi è il dovere dei destinatari di impegnarsi in ogni modo, con tutte le proprie possibilità, per uscire dall’emergenza e restituire alla società quanto hanno ricevuto.

Le famiglie
Nessuno deve sentirsi solo nel costruire, sostenere ed arricchire con la benedizione dei figli la propria famiglia. L’Agenzia proseguirà il proprio lavoro trasversale, allo scopo di fare crescere una rete capillare di servizi e di attenzioni, puntando a rendere organico e semplificato il rapporto con la pubblica amministrazione anche attraverso l’istituzione dell’assegno unico al nucleo famigliare.

Le donne
Le politiche per la famiglia sono fondamentali anche per una più forte partecipazione delle donne al mercato del lavoro, sia per accrescere la capacità produttiva della società sia per aumentare le risorse finanziarie delle famiglie e prevenire fenomeni di impoverimento legati alla disponibilità di un solo reddito o al venir meno di fonti di reddito nel caso, purtroppo sempre più frequente, di separazione dei nuclei. I piani già approvati prevedono, a questo scopo, sostegni alla sperimentazione di nuove forme organizzative e di modulazione degli orari di lavoro; la promozione di interventi per il reinserimento lavorativo al termine del congedo di maternità o parentale; iniziative per promuovere il riequilibrio di genere nelle opportunità professionali e lavorative.

Gli imprenditori
Il tempo che viviamo esclude la comoda scorciatoia dei “due tempi”: equità e crescita sono i due pilastri del ponte verso il futuro, un ponte che non può reggersi su un pilastro solo. Per questo è di fondamentale importanza che neppure i nostri imprenditori si sentano soli di fronte alla crisi. Gli imprenditori di tutti i settori, di tutte le dimensioni, di tutti i territori che compongono il Trentino devono sentirsi parte di un'unica grande piattaforma produttiva (...). Questa è la scommessa, l’unica possibile affinché il nostro sistema produttivo possa trovare la forza e le energie non solo per “resistere” alla crisi ma per attraversarla rigenerandosi, riposizionandosi, rafforzando la propria capacità competitiva e, dunque, la propria vocazione a produrre valore.

Sobrietà
La nostra manovra prevede di intensificare le azioni per una drastica riduzione delle spese non necessarie ed indispensabili e per una significativa razionalizzazione degli oneri di funzionamento del settore pubblico a tutti i livelli. Anche le spese di investimento saranno sempre più orientate a criteri di maggiore qualità, efficacia e sobrietà.

La difesa dell'Autonomia
La crisi globale della finanza pubblica obbliga anche noi a rispettare i vincoli europei e nazionali e, dunque, a disporre di un volume minore di risorse pubbliche. Nessuno di noi si è mai rifiutato, né lo farà, di onorare questi doveri costituzionali. Ma questo non può tradursi nello scardinamento dei nostri meccanismi autonomistici, nella loro banalizzazione o nella pretesa da parte dello Stato di introdurre nei nostri ordinamenti finanziari una sorta di virus di matrice centralista programmato per “normalizzare” la nostra diversità. Ho sostenuto e sosterrò questa convinzione nei confronti di qualsiasi Governo, di qualsiasi natura e di qualsiasi colore.

Efficienza della pubblica amministrazione
Oltre alla riduzione dei costi, da quelli della politica a quelli del funzionamento generale delle strutture, l’obiettivo dovrà essere anche un salto di qualità nell’efficienza e nell’efficacia delle attività pubbliche. Il settore pubblico rappresenta in Trentino il 15% del prodotto interno lordo, svolge funzioni di fondamentale importanza per la qualità della vita dei cittadini e per la competitività del sistema economico. E’ dunque fondamentale che le potenzialità che rappresenta si declinino sempre di più in termini produttività, qualità, innovazione tecnologica, soddisfacimento degli utenti, valorizzazione professionale delle risorse umane impiegate.

Le Comunità di valle
La Legge Provinciale n. 3 del 2006 ha posto le basi per una grande riforma istituzionale. L’idea ambiziosa era e resta quella di cambiare profondamente la Provincia e di potenziare il principio di sussidiarietà (...). Si tratta di un processo difficile e per nulla indolore. Per questo, continuo a ritenere che l’obiettivo debba essere quello di migliorarlo e accelerarlo, non di bloccarlo attraverso la messa in discussione di uno dei capisaldi della riforma, vale a dire delle Comunità di Valle, chiamate a svolgere una funzione fondamentale tra la Provincia, che intende cedere poteri e funzioni, e la rete dei Comuni, che rimarrà sempre presidio ineliminabile di democrazia e di partecipazione, nonché livello basilare della nostra Autonomia.

Non Provincia ma "Comunità autonoma"
Tutti sappiamo che la nostra Autonomia, prima che negli Statuti, è definita e garantita dalla costituzione materiale, dai valori, dagli ideali, dal modo di essere dei cittadini e della società civile. Per questo noi ci chiamiamo “Provincia” ma siamo “Comunità Autonoma”. L’Autonomia è prima di tutto il filo rosso che collega persone, famiglie, generazioni, volontariato, cooperazione, imprese, corpi sociali e soggetti collettivi, in una trama di comunità solidale.

I giovani
E’ ai ragazzi ed ai giovani, infine, che tutti quanti noi, al di la delle nostre divisioni politiche, certamente pensiamo con rispetto, fiducia ed affetto, quando decidiamo, come sempre è successo nella storia della nostra Autonomia, che una quota crescente delle risorse del Trentino venga destinata agli investimenti sulla conoscenza – dalla scuola, alla formazione professionale, all’Università soprattutto dopo la delega statale che abbiamo convintamente voluto e che convintamente stiamo attuando – alla ricerca e all’innovazione. Qualche settimana fa, durante un incontro pubblico ad Andalo, un signore mi ha chiesto: cosa pensate di fare per noi anziani? Ho risposto: la cosa più importante che pensiamo di fare per voi anziani é investire sui vostri nipoti, perché sappiamo che è a loro che si rivolge anche la vostra principale preoccupazione.

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Pubblicato il: Lunedì, 12 Dicembre 2011 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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