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Trentino, migliora il reddito di garanzia

21/12/2012

A novembre 2012 sono 3.292 i nuclei familiari che percepiscono il beneficio

Via libera - con un emendamento alla legge Finanziaria per il Trentino proposto dall'assessore provinciale alle Politiche sociali Ugo Rossi, assieme al consigliere Bruno Firmani - ad un intervento che migliora lo strumento del reddito di garanzia, ampliandone la portata al cosiddetto "popolo delle partite Iva". L'emendamento in sostanza estende le misure previste dal reddito di garanzia, di per sé uno strumento di welfare che non ha eguali oggi in Italia, e che avvicina semmai il Trentino ai Paesi più avanzati del Nord Europa, anche alle persone che perdono il lavoro e che dispongono, appunto, di una partita Iva. L'altra novità è che la Giunta provinciale di Trento fisserà, con propria delibera, il limite massimo della somma che può essere percepita da ogni nucleo beneficiario cumulando trattamento diversi.
Vediamo anche alcune cifre. A novembre 2012 sono 3292 i nuclei familiari che percepiscono il beneficio. Attorno a queste cifre sono circolate in questi giorni - come sottolineato dall'assessore Rossi - notizie non precise. "Per questo motivo credo valga la pena precisare - spiega - che i nuclei i quali hanno percepito, cumulando il reddito di garanzia e l'assegno regionale al nucleo familiare, più di 1500 euro al mese sono 56, pari all'1,7% del totale. Di questo gruppo 15 nuclei sono caratterizzati dalla presenza al loro interno di invalidi. In ogni caso la stragrande maggioranza presenta al proprio interno almeno 3 figli di età minore. E' stata introdotta d'altra parte un'apposita normativa che consente alla Giunta provinciale di fissare un limite massimo dell'entità del sussidio nel caso in cui il beneficiario abbia diritto ad altre misure socioassistenziali, per evitare, come dicevamo, un cumulo improprio dei trattamenti."
Per Rossi infine "non si vuole fare distinzione fra cittadini italiani e non italiani purché venga mantenuto il requisito della residenza in Trentino per almeno tre anni."
Infatti, la legge dello Stato che determina la condizione giuridica degli stranieri (TU n. 286 del 1998) stabilisce che “La Repubblica italiana garantisce a tutti i lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti nel suo territorio e alle loro famiglie parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani”.

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Pubblicato il: Giovedì, 20 Dicembre 2012 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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