16/04/2013
Solo 6 Paesi hanno recepito la direttiva anti-tratta dell'Ue nella loro legislazione nazionaleTratta, il quadro europeo
Sono state oltre 23mila le vittime identificate o presunte della tratta nell’Unione europea nel periodo 2008-2010. Il dato emerge dalla prima relazione sulla tratta degli esseri umani in Europa pubblicata dalla Commissione europea. La relazione evidenzia che mentre il numero delle persone oggetto della tratta all'interno e verso l'Unione europea è aumentato del 18% dal 2008 al 2010, quello dei trafficanti che finiscono dietro le sbarre è diminuito, come risulta dal calo delle condanne del 13% nello stesso periodo. Allo stesso tempo, la relazione sottolinea che ad oggi solo 6 dei 27 Stati membri dell'Unione europea hanno pienamente recepito la direttiva anti-tratta dell'Ue nella loro legislazione nazionale, e tre hanno comunicato di avervi provveduto soltanto parzialmente mentre il termine per il recepimento è scaduto il 6 aprile 2013.
“É difficile immaginare che nei nostri paesi Ue, liberi e democratici, decine di migliaia di esseri umani possano essere privati della libertà e sfruttati, scambiati come merci a fini di lucro – afferma Cecilia Malmström, Commissaria Ue per gli Affari interni – ma è questa la triste verità e la tratta degli esseri umani è ovunque attorno a noi, ben più vicina di quanto pensiamo. Mi rammarica molto vedere che, nonostante questa allarmante tendenza, solo pochi Paesi abbiano attuato la legislazione anti-tratta e sollecito quelli che non vi hanno ancora provveduto ad adempiere ai loro obblighi”.
Uno studio dell'Organizzazione internazionale del lavoro rivela che nell'Unione europea sono circa 880mila le persone vittime del lavoro forzato, compreso lo sfruttamento sessuale. Il numero totale delle vittime accertate e presunte nel 2008 è stato di 6.309, di 7.795 nel 2009 e di 9.528 nel 2010, con un aumento del 18% nel triennio di riferimento. Il 68% delle vittime sono donne, il 17% uomini, il 12% ragazze e il 3% ragazzi. Il 62% delle vittime identificate e presunte nel triennio di riferimento è stato venduto a fini di sfruttamento sessuale. Il 25% delle vittime della tratta è a fini di lavoro forzato e, con percentuali nettamente inferiori, vi sono le vittime di altre forme di sfruttamento, come il prelievo di organi, attività criminali o la vendita di minori.
La maggior parte delle vittime identificate e presunte nel triennio di riferimento proviene dagli Stati membri, in particolare da Romania e Bulgaria, seguite dalle vittime dall'Africa, dall'Asia e dall'America Latina. Le vittime con cittadinanza diversa da quella degli Stati membri provengono soprattutto dalla Nigeria e dalla Cina. Il numero dei permessi di soggiorno rilasciati alle vittime della tratta di esseri umani con cittadinanza di Paesi terzi è aumentato da 703 nel 2008 a 1.196 nel 2010.
Rispetto ai presunti trafficanti negli Stati membri, dal 2008 al 2010 il loro numero è diminuito di circa il 17%. Il 75% dei presunti trafficanti è di sesso maschile e circa l’84% è rappresentato da trafficanti attivi nello sfruttamento sessuale. Il numero totale delle condanne per tratta di esseri umani è diminuito dal 2008 al 2010 del 13%.
I video-approfondimenti del Cinformi
Al tema della tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale il Cinformi ha dedicato due approfondimenti, disponibili nella sezione
Cinformi TV
del sito o direttamente sul
canale YouTube
del Centro informativo per l'immigrazione della Provincia autonoma di Trento. Nel primo video, intitolato "Vittime della tratta", viene offerto un quadro del fenomeno, mentre nel secondo, "Libera dalla strada", viene presentato, attraverso una ricostruzione, un percorso di fuoriuscita dallo sfruttamento.