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Stranieri, tetto in classe

11/01/2010

Il ministro dell'Istruzione ha precisato che il provvedimento non riguarderà gli alunni immigrati nati in Italia

Le iscrizioni di minori stranieri nelle scuole italiane non potranno superare, all'interno di ogni classe, il 30% del totale degli iscritti. Lo afferma una circolare del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca inviata a tutte le scuole. “Per evitare concentrazioni di iscrizioni di alunni stranieri – si legge nella circolare – si dovranno realizzare accordi di rete tra le scuole e gli Enti locali. Gli Uffici scolastici regionali, di intesa con gli Enti territoriali, comunque, potranno autonomamente definire quanti bambini stranieri per classe si potranno iscrivere alle scuole del proprio territorio, sulla base del livello di conoscenza della lingua italiana da parte degli alunni stranieri.” Il provvedimento sarà operativo dall'anno scolastico 2010-2011 e in modo graduale; si comincerà con le classi prime di elementari, medie e superiori. Dopo aver reso noto il provvedimento, il ministro dell'Istruzione ha precisato che nel tetto del 30% non saranno compresi gli alunni immigrati nati in Italia. In ogni caso la decisione del ministero ha suscitato non poche perplessità e reazioni contrastanti.

Ecco le criticità evidenziate dal ministero dell'Istruzione che motivano il provvedimento: 1) la significativa incidenza di dispersioni, abbandoni e di ritardi che caratterizza l’itinerario scolastico degli alunni provenienti da un contesto migratorio; 2) la loro conoscenza della lingua italiana, talora assente o padroneggiata a livelli di competenza notevolmente differenti; 3) il possesso della “nuova” lingua più come spontaneo registro utile alla “comunicazione” quotidiana che non come strumento per lo studio nell’ambito di dell’itinerario scolastico; 4) la necessità di prevedere, al di là di ogni semplicistica separatezza, anche moduli di apprendimento e percorsi formativi differenziati, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado; 5) la presenza di culture diverse all’interno delle comunità straniere e il loro impatto con la cultura italiana.

Ed ecco le soluzioni organizzative pensate dal ministero dell'Istruzione per risolvere le suddette criticità: 1) il numero degli alunni con cittadinanza non italiana presenti in ciascuna classe non potrà superare di norma il 30% del totale degli iscritti, quale esito di una equilibrata distribuzione degli allievi con cittadinanza non italiana tra istituti che insistono sullo stesso territorio; 2) il limite del 30% entra in vigore dall’anno scolastico 2010-2011 in modo graduale: viene infatti introdotto a partire dal primo anno della scuola dell’infanzia e dalle classi prime sia della scuola primaria, sia della scuola secondaria di I e di II grado; 3) il limite del 30% può essere innalzato – con determinazione del Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale - a fronte della presenza di alunni stranieri (come può frequentemente accadere nel caso di quelli nati in Italia) già in possesso delle adeguate competenze linguistiche; 4) il limite del 30% può di contro venire ridotto, sempre con determinazione del Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, a fronte della presenza di alunni stranieri per i quali risulti all’atto dell’iscrizione una padronanza della lingua italiana ancora inadeguata a una compiuta partecipazione all’attività didattica e comunque a fronte di particolari e documentate complessità.

Ma questa circolare si applicherà anche in Trentino? in attesa di saperne di più il Cinformi vi propone un video (vedi links correlati) che ha realizzato tempo fa per conoscere e capire le opportunità e le eventuali criticità relative alla presenza degli studenti stranieri nella scuola italiana con particolare riferimento alla realtà trentina.

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Pubblicato il: Domenica, 10 Gennaio 2010 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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