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"Stesso sangue, stesso diritti"

20/02/2009

La Cgil del Trentino aderisce alla campagna di sensibilizzazione dal titolo “Stesso sangue, stessi diritti” promossa dalla Cgil nazionale. Fino a fine marzo su alcuni autobus a Trento e Rovereto...

La Cgil del Trentino aderisce alla campagna di sensibilizzazione dal titolo “Stesso sangue, stessi diritti” promossa dalla Cgil nazionale. Fino a fine marzo su alcuni autobus a Trento e Rovereto e sul servizio extraurbano saranno presenti i manifesti della Cgil del Trentino per un richiamo alla tolleranza, all'accoglienza e all'uguaglianza delle opportunità. Obiettivo della campagna lanciata dalla Cgil nazionale è quello di rivolgersi a tutti, dalle istituzioni ad ogni singolo cittadino, per un impegno individuale contro il razzismo. Un messaggio, dunque, rivolto a tutti, anche al mondo del lavoro, contro le tendenze xenofobe che potrebbero accentuarsi in questa fase di crisi economica. A Trento la campagna è stata lanciata in occasione di una conferenza stampa che ha puntato sulle conseguenze della crisi economica sui cittadini immigrati. Nel comunicato stampa sul sito della Cgil del Trentino si legge che i cittadini immigrati “lavorano più degli italiani, ma per lo più hanno contratti a tempo determinato che non vengono rinnovati. In Trentino più del 40% degli interinali o dei lavoratori flessibili è di origine straniera. Dall'autunno del 2008, per loro è sempre più difficile trovare un'occupazione”. Le conseguenze possono incidere non solo sulla situazione economica ma anche su quella giuridica dell’immigrato, che rischia di perdere il permesso di soggiorno. Secondo la Bossi-Fini, alla scadenza del permesso, in mancanza di un contratto di lavoro, il cittadino straniero ha tempo 6 mesi per trovare un occupazione regolare. Altrimenti perderà definitivamente il diritto al permesso di soggiorno. Assou El Barji, responsabile del Coordinamento immigrati della Cgil del Trentino, chiede alla Provincia autonoma di Trento di prendere posizione. “Gli immigrati non devono pagare due volte la crisi” sostiene El Barji, che aggiunge: “Chiediamo alla Giunta provinciale ed in particolare all'assessore competente sull’immigrazione di premere su Roma affinché il Governo nazionale sospenda gli effetti della Bossi-Fini per tutta la durata della crisi economica”.

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Pubblicato il: Venerdì, 10 Luglio 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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