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Seconde generazioni, un mondo da scoprire

12/05/2008

Un centinaio di persone ha partecipato ieri (12 maggio) all’incontro-dibattito promosso dal Cinformi

Un centinaio di persone ha partecipato ieri (12 maggio) all’incontro-dibattito promosso dal Cinformi intitolato “Seconde generazioni. Stare insieme, oltre la scuola”. L'incontro si è svolto nell'aula magna del Dipartimento istruzione della Provincia Autonoma di Trento. Sulle "seconde generazioni" di immigrati, negli ultimi anni, molto si è detto - e parecchio si è fatto - per quanto riguarda l'inserimento nella scuola. Molto meno invece si sa, e meno si riesce a fare, per quanto riguarda l'extra-scuola: i loro spazi di aggregazione amicale informale, nella sfera del tempo libero, anzitutto tra connazionali. Di qui l'idea di organizzare un seminario con studiosi del fenomeno migratorio e con il coinvolgimento di operatori sociali e insegnanti. Con questo incontro il Cinformi ha voluto fare il punto, a partire da uno sguardo teorico ampio e da un percorso pilota di mediazione socio-culturale, sull'integrazione sociale delle seconde generazioni in Trentino. Dopo la visione del video/inchiesta realizzato dal Cinformi e intitolato “i figli dell'immigrazione”, è toccato al sociologo dell'Università di Trento, Paolo Boccagni (fra i curatori del Rapporto sull'immigrazione in Trentino), inquadrare il fenomeno dell seconde generazioni con particolare riferimento alla realtà locale. Momento centrale del seminario è stato l'intervento del professor Luca Queirolo Palmas, docente di Sociologia dell'educazione e di Sociologia delle Migrazioni all'Università di Genova e vicedirettore della rivista “Mondi migranti”. Queirolo Palmas ha tracciato, con particolare efficacia comunicativa, il quadro delle seconde generazioni di immigrati in Italia, focalizzando l'attenzione su come questi ragazzi sentono, vivono, esprimono e manifestano la loro identità. Ma altrettanta importanza è stata attribuita, nella relazione, a come i cittadini italiani vedono questi giovani. Una visione spesso limitata che si ferma al concetto di immigrato, di straniero e che porta ad assegnare una sorta di documento di riconoscimento, una specie di “patente” di immigrato (la “categorizzazione” dell'altro) che non consente di andare oltre questa definizione. Una visione che pregiudica un'analisi oggettiva del fenomeno seconde generazioni e che porta ad associare i giovani di origine immigrata, ad esempio, alla sovrarappresentazione nel ritardo scolastico o a episodi di devianza. Una visione certamente limitata che genera una frustrazione che – ha affermato Queirolo Palmas – riduce una biografia a un'origine e trasforma l'origine in un destino. Un pregiudizio che talvolta porta i giovani stranieri ad affermare con particolare forza la propria identità. Un'identità “trasversale” rispetto ai confini geografici (si pensi al caso dei “Latinos”) costruita attraverso il riconoscimento e la condivisione di lingua, pratiche religiose e rituali di appartenenza all'uno o all'altro gruppo, passando attraverso espressioni artistico-musicali come la musica rap o hip hop. Insomma, l'affermazione di una “doppia presenza” per contrastare la “doppia assenza” delle seconde generazioni, quel vivere a cavallo di due culture diverse senza appartenere pienamente all'una o all'altra con tutte le difficoltà di coniugare o far convivere cultura d'origine e cultura di arrivo. Dal professor Queirolo Palmas quindi un richiamo all'importanza di andare oltre la definizione di immigrato, di saper cogliere il cittadino o, meglio, la persona. Dopo l'intervento di Queirolo Palmas, il seminario è proseguito con una tavola rotonda cui hanno preso parte rappresentanti di organizzazioni del privato-sociale attive in percorsi di accompagnamento sociale e aggregazione di minori stranieri e rappresentanti delle istituzioni provinciali: Centro Millevoci (Dipartimento Istruzione PAT), Appm, Associazione Sì Minore, Comunità Murialdo. La tavola rotonda ha portato, attraverso una breve relazione dei singoli rappresentanti, ad un positivo confronto reciproco anche con il coinvolgimento del pubblico in sala.

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Pubblicato il: Venerdì, 08 Agosto 2008 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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