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Scuola e seconde generazioni

19/02/2008

Le scuole italiane appaiono attrezzate principalmente a gestire la prima fase dell’inserimento dell’alunno con cittadinanza non italiana...

Le scuole italiane appaiono attrezzate principalmente a gestire la prima fase dell’inserimento dell’alunno con cittadinanza non italiana. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis per conto del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), i cui risultati sono stati presentati recentemente a Roma. In Italia, gli studenti stranieri (provenienti da 191 Paesi diversi) hanno raggiunto quota 500mila (circa il 6% della popolazione scolastica), con un aumento medio di circa 70mila nuovi iscritti l'anno. L’indagine ha analizzato la situazione delle scuole dell'obbligo (elementari e medie) attraverso una serie di interviste a oltre mille fra insegnanti e genitori. Secondo lo studio, nella scuola prevale un rapporto buono tra docenti, famiglie e allievi di origine immigrata e non si verificano fenomeni rilevanti di discriminazione. Secondo la ricerca, mancano però risorse di base fondamentali in termini di competenze linguistiche, di formazione in servizio dei docenti, di dotazione di laboratori linguistici, di utilizzo dei mediatori culturali (la cui presenza è considerata di grande utilità), di sostegno fattivo delle istituzioni locali, di utilizzo di risorse professionali che ottimizzino la sinergia della rete delle altre scuole e agenzie (anche per iniziative sulla conoscenza delle lingue e delle culture di origine) e di apporto dei servizi sociali nel territorio. Spesso le progettualità attivate dipendono da finanziamenti a termine e si disperdono. Una conclusione della ricerca è che le scuole italiane appaiono ancora attrezzate principalmente a gestire la prima fase dell’inserimento dell’alunno con cittadinanza non italiana. Le scuole sono particolarmente impegnate nell’offerta di corsi di lingua italiana propedeutici all’inserimento in classe e di corsi di recupero per alcune materie, soprattutto umanistiche, ma incontrano difficoltà nel promuovere contatti e riunioni con le famiglie degli alunni stranieri. Una seconda conclusione della ricerca realizzata dal Censis per conto del Cnel è che occorre passare “ad interventi che si preoccupino dei buoni esiti finali e del proseguimento delle carriere scolastiche in una logica di pari diritti e opportunità”.

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Pubblicato il: Lunedì, 04 Agosto 2008 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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