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Romeno (Trentino), i giovani incontrano i “profughi”

10/07/2014

“E' difficile vivere come loro; mi piacerebbe essere loro amico”

Erano diverse decine, quasi una settantina, i giovani e giovanissimi dell'Alta Val di Non che ieri (9 luglio 2014) hanno incontrato a Romeno i “profughi” accolti a Castelfondo. Hanno raccolto l'invito del parroco, don Mauro Leonardelli, che con la cooperativa Kaleidoscopio ha promosso l'iniziativa con la collaborazione del Cinformi. Una preziosa occasione per conoscersi e per capire il dramma vissuto dai ragazzi giunti in Italia con i “viaggi della speranza” a bordo di mezzi di fortuna dopo essere fuggiti da guerre e violenze. Dopo i saluti di don Mauro e dell'assessore alle Politiche sociali e sanitarie della Val di Non Stefano Graiff, il coordinatore responsabile del Cinformi, Pierluigi La Spada, ha illustrato al giovane pubblico il fenomeno degli arrivi sulle coste italiane dei migranti dal Nord Africa e le modalità dell'accoglienza in Trentino.
La parola poi, in una sala particolarmente attenta e composta, è andata ai “profughi”, che si sono raccontati e hanno risposto alle domande dei ragazzi. Quasi tutti nel Paese d origine hanno vissuto una situazione di povertà, di conflitto e persecuzioni. Alcuni dei ragazzi africani sono rimasti, già in patria, senza genitori a causa della guerra. Come S., che in Nigeria ha visto uccidere suo padre per motivi religiosi. Anche lui è stato minacciato ed è dovuto scappare dal proprio Paese. O come una ragazzo del Mali, che ha visto la guerra in faccia e ha assistito alla morte dei famigliari. Anche in Costa d'Avorio c'è la guerra e S. è scappato in Mali lasciando a casa una sorella di dieci anni sola; i genitori erano già stati uccisi. E poi la lunga traversata nel deserto soffrendo la fame e la sete e vedendo morire gli amici. Il viaggio in mare è stato altrettanto terribile e disperato. Poi, finalmente, l'arrivo in Italia.
“Qui ci siamo sentiti in buone mani”, hanno detto i giovani “profughi” a Romeno. “Gli italiani sono persone gentili che amano gli altri come noi africani; ci hanno dato da mangiare, abiti e scarpe. Qui in Trentino tutto è bello; ringraziamo Dio, il governo italiano e l'amministrazione locale per l'accoglienza e per tutto quello che fanno gli italiani per noi.” Fra il tragico passato e la nostalgia per le persone care rimaste ancora nel Paese d'origine, questi ragazzi hanno ancora la speranza di una vita diversa.
Per un paio d'ore non è volata una mosca nel teatro dove si è svolto l'incontro a Romeno. I ragazzi hanno ascoltato con grande interesse i racconti dei giovani “profughi”. “Sono persone normali come noi”, ha detto uno dei giovani in platea ieri pomeriggio. “E' difficile vivere come loro”, ha aggiunto un suo coetaneo. “Non fanno nessuna paura e mi piacerebbe essere loro amico.”
Un'amicizia che sembra già germogliare e trovare punti di ulteriore incontro, come avvenuto all'esterno del teatro dove i "profughi" e i giovani dell'Alta Val di Non hanno partecipato, insieme, alle attività di intrattenimento e socializzazione organizzate dalla cooperativa Kaleidoscopio.

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Pubblicato il: Giovedì, 10 Luglio 2014 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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