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Rifugiati, i dati del Centro Astalli

13/04/2014

37.000 il numero degli utenti assistiti nel 2013 in tutte le sedi territoriali dell’Associazione

Sono stati 37mila gli utenti assistiti nel 2013 in tutte le sedi territoriali dell’Associazione Centro Astalli, il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati. La maggior parte, ovvero 21mila richiedenti asilo e rifugiati, si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati di Roma e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza. E’quanto emerge dal rapporto 2014 dell'Associazione, che sottolinea come anche persone che da tempo avevano intrapreso un percorso di autonomia sono state costrette a rientrare nel circuito dell’assistenza a causa della crisi economica che continua a colpire in modo particolare i più vulnerabili. Sempre numerose, tra le persone incontrate, le vittime di tortura: ne sono state individuate e assistite 713, per la maggior parte provenienti da Paesi africani. Le nazionalità più rappresentate fra gli utenti del Centro Astalli sono sostanzialmente in linea con i principali paesi di origine dei richiedenti asilo in Italia: Mali, Costa d'Avorio, Afghanistan, Senegal, Pakistan, Eritrea, Nigeria, Guinea.
Nel 2013 le domande d'asilo presentate in Europa sono aumentate del 32% e il principale paese d'origine dei richiedenti asilo nell'Unione Europea è la Siria. In Italia le domande presentate sono state 27.830, con un aumento del 60% rispetto all'anno precedente. Le persone sbarcate sulle coste italiane nel corso del 2013 sono state 42.925. Tra le persone originarie della Siria, 695 hanno chiesto asilo in Italia.
Secondo il rapporto, la crisi economica non accenna a diminuire e gli effetti continuano a sentirsi, più forti che mai, ormai vistosi anche nel nord Italia e sempre più drammatici al sud. La permanenza nei centri di accoglienza continua ad allungarsi. Desta particolare preoccupazione, afferma Astalli, il caso di quelle persone che hanno necessità di trovare lavoro al più presto anche per mantenere la regolarità del soggiorno: è il caso dei titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari o dei molti migranti neomaggiorenni. Ancora più complicata è la situazione di chi ha una famiglia a carico, oppure intraprende una procedura di ricongiungimento familiare.
Proprio in occasione della presentazione del Rapporto 2014, il Cinformi ha

" title="Link a intervistato" > intervistato il Presidente nazionale dell'Associazione, padre Giovanni La Manna.

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Pubblicato il: Lunedì, 14 Aprile 2014 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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