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Richieste d’asilo nell’UE, l’Italia slitta al sesto posto

01/07/2020

Si prevede un aumento delle domande anche a causa delle ripercussioni del COVID-19 sui paesi a basso reddito

Nel 2019, le domande di asilo nei paesi UE+ (EU27, Regno Unito, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) sono aumentate dell'11%, raggiungendo quota 738.425, seguite da un aumento del 16% registrato nei primi due mesi del 2020. Mentre l'emergenza COVID-19 ha portato a un recente calo dell'87% delle domande, l'EASO (Ufficio Europeo di Sostegno per l'Asilo) prevede una ripresa della tendenza generale all'aumento.
A fine giugno 2020 l'EASO ha pubblicato la propria relazione annuale sull'asilo, di cui dà notizia il portale interministeriale Integrazione Migranti . Il documento offre una panoramica completa degli ultimi sviluppi in materia di dati, politiche, prassi e legislazione sull'asilo.
Il rapporto rileva che, per la prima volta dal 2015, nel 2019 le domande sono aumentate su base annua, in parte a causa di un forte aumento dei richiedenti provenienti dal Venezuela (+103% rispetto al 2018) e dalla Colombia (+214% rispetto al 2018).
L’Italia per la prima volta non risulta fra i primi cinque Paesi UE per numero di domande presentate. Nel 2019, la maggior parte delle domande di asilo è stata infatti presentata nell’ordine in Germania (165.615; 22%), Francia (128.940; 17%) e Spagna (117.795; 16%), Grecia (77.275; 10%) e Regno Unito (44.835; 6,1%). In Italia le richieste sono state 43.770, il 5,9% del totale delle richieste nei Paesi EU+.
Per quanto riguarda le provenienze, la maggior parte dei richiedenti asilo nell’UE nel 2019 erano siriani (80.205; 11%), afghani (60.700; 8,2%) e venezuelani (45.645; 6,2%). Per quanto riguarda l’Italia, il maggior numero di richieste è stato presentato da cittadini pakistani (20%).
In Italia, il maggior numero di riconoscimenti dello status di rifugiato in prima istanza è stato registrato per i richiedenti provenienti dalla Nigeria (24%), così come il maggior numero di dinieghi (18%). I Venezuelani sono stati invece i primi per riconoscimento della protezione sussidiaria in prima istanza (14%).
Tornando al quadro UE, le misure di emergenza nazionali dovute al COVID-19 hanno portato a una drastica riduzione dell'87% delle domande di asilo. In aprile sono state registrate circa 8.700 domande di protezione internazionale nei paesi dell'UE+, le più basse da almeno il 2008. Con l'attenuazione delle restrizioni nazionali e di viaggio, l'EASO prevede però che le domande di asilo cominceranno ad aumentare e torneranno alle tendenze precedenti al COVID-19. Infatti, nel maggio 2020 le domande di asilo erano già in aumento, anche se lentamente.
L'EASO afferma poi che, più in generale, non vi sono indicazioni di una minore domanda di protezione internazionale e i paesi dell'UE+ dovrebbero essere preparati ad un aumento delle domande di asilo nel medio termine, anche a causa delle ripercussioni del COVID-19 sui paesi a basso reddito.

Per approfondire: nota del portale interministeriale Integrazione Migranti

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Pubblicato il: Mercoledì, 01 Luglio 2020

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