27/12/2016
Istat: in molti casi la presenza di persone in cerca di protezione in Italia è solo temporaneaRichieste d'asilo nell'UE, Italia al 5° posto
Tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2016, sulla base di dati ancora provvisori, in Italia sono stati rilasciati a migranti maggiorenni 64.162 nuovi permessi per asilo e altre forme di protezione, un numero già ad ottobre uguale quasi a quello registrato per l'intero 2015 (64.515). All’inizio del 2016 in Italia si registravano 155.177 persone con un permesso per motivi ricollegabili all’asilo politico o alla protezione umanitaria, con un'incidenza del 4% sul totale dei permessi di soggiorno. I dati emergono da uno studio dell’Istat sui permessi per asilo politico e protezione umanitaria rilasciati in Italia negli anni 2015-2016.
Secondo l'analisi, in molti casi la presenza di persone in cerca di protezione in Italia è solo temporanea. All’inizio del 2016 ha ancora un permesso di soggiorno valido il 32,3% delle persone arrivate nel 2011 e il 49,3% degli ingressi del 2012.
Nel 2015, in base ai dati diffusi da Eurostat, il numero di persone che hanno fatto richiesta di asilo politico in un paese europeo è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, superando ampiamente il milione di persone (1.257.030). Il paese dove è stato presentato il maggior numero di domande è la Germania (441.800, il 35% del totale dell’Unione Europea), seguita da Ungheria (174.435), Svezia (156.110) e Austria (85.505). In Italia sono state presentate 83.245 richieste (il 7% del totale europeo) e il peso relativo dei nuovi permessi rilasciati ogni anno per asilo e protezione umanitaria è cresciuto notevolmente, passando dal 3,7% del 2007 al 28,2% del 2015. Contemporaneamente, si è fortemente ridotto il peso dei permessi rilasciati per motivi di lavoro, passati nello stesso periodo dal 56,1% al 9,1%.
Le istanze d’asilo esaminate in Europa nel 2015 sono state 592.680; di queste, 71.345 hanno riguardato l’Italia. La protezione è stata garantita, in varie forme, nel 52,5% dei casi. Il tasso di riconoscimento varia notevolmente a seconda del paese dove l’istanza è stata presentata. Tra i paesi con almeno 1.000 domande, l’Ungheria con soltanto il 15% di istanze accolte è il paese con il tasso più basso di riconoscimento mentre la Danimarca è quello che esprime più frequentemente un parere favorevole (81% dei casi esaminati). L’Italia (42%) presenta un tasso di riconoscimento inferiore alla media; la percentuale è ancora più bassa per il riconoscimento dello status di rifugiato (5%) a fronte del 55% toccato dalla Germania.
Lo studio dell’Istat evidenzia che i flussi migratori legati alla ricerca di asilo politico sono cresciuti soprattutto negli ultimi anni e quindi i titolari hanno in media una durata del soggiorno più breve rispetto ai soggiornanti per altri motivi. Se si considerano in generale i cittadini non comunitari che hanno avuto un primo permesso in Italia nel 2011 e nel 2012, si può notare che, in media, al 1° gennaio 2016 essi sono ancora presenti in Italia nel 56,5% e nel 60,7% dei casi. Se si concentra invece l’attenzione solo sulle persone in cerca di asilo e protezione entrate in Italia nel 2011 e nel 2012, le quote di ancora presenti scendono notevolmente rispettivamente al 32,3% e al 49,3%.
Dall’integrazione dei dati degli ingressi del 2011 con i dati di stock al 1° gennaio 2016, si osserva che una quota elevata di permessi rilasciati inizialmente per asilo o altre forme di protezione è stata convertita in altre motivazioni (81,3%). In molti casi si tratta di cambiamenti di status (per esempio da “richiesta di asilo” a “asilo riconosciuto”) nell’ambito della protezione internazionale; va però segnalato che un numero consistente dei soggiorni (24,6%) è attualmente motivato dall’attività lavorativa. Sono soprattutto coloro che avevano beneficiato inizialmente della protezione umanitaria ad aver convertito il documento di soggiorno in permesso per lavoro (71%).