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Richiedenti asilo, presentato un nuovo modello di accoglienza

09/09/2016

Previsti l'adesione volontaria allo Sprar e un albo permanente in cui accreditarsi

Un piano nazionale di programmazione dei flussi e di ripartizione dei richiedenti asilo e rifugiati in tutti i comuni italiani è stato presentato recentemente presso il ministero dell’Interno. Obiettivo del Piano è strutturare un sistema di accoglienza dei migranti, diffuso sull’intero territorio nazionale, che garantisca una ripartizione equilibrata dei posti per l’ospitalità dei richiedenti asilo e rifugiati per i livelli regionale, provinciale e comunale.
Due sono i pilastri del nuovo sistema di accoglienza:
- l’adesione volontaria allo Sprar, da parte dei Comuni, ai quali viene presentata l’alternativa fra l’entrare in un sistema ordinario e istituzionale o assistere al trasferimento di richiedenti asilo sul proprio territorio, stabilito a livello centrale sulla base di un piano nazionale di ripartizione;
- una modalità di accreditamento “continuo” allo Sprar che superi così l’attuale complessità imposta dalla periodicità di pubblicazione dei bandi di adesione e che si caratterizzi per una gestione “a liste sempre aperte” per accogliere le domande degli Enti locali, senza più vincoli temporali, ma solo in base alla disponibilità delle risorse, istituendo un albo permanente in cui accreditarsi.
Il Piano nazionale intende realizzare una programmazione nazionale articolata a livello regionale, provinciale e comunale. Si dovrà individuare una prima modalità di ripartizione “a livello regionale” che elimini il più possibile le disparità inevitabili derivanti da criteri fondati unicamente su variabili demografiche dei comuni. Poi si procederà, a cascata, a una seconda modalità di ripartizione “a livello comunale”, che da un lato mantenga un’ottima approssimazione con il dato “di riferimento” regionale, dall’altro tenga in considerazione l’esigenza di differenziare la distribuzione almeno per alcune classi di comuni. Nello specifico: i comuni sino a 2.000 abitanti, oltre i 2.000 abitanti e comuni metropolitani). Infine, si dovrà definire e utilizzare un criterio di ripartizione che indichi la quota minima di posti da assegnare ad ogni comune.
Tutti i comuni appartenenti alle tre classi avrebbero, in ogni caso, la facoltà di esprimere l’eventuale disponibilità anche per un numero di posti superiore a quello attribuito dal Piano in questione.

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Pubblicato il: Venerdì, 09 Settembre 2016 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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