05/10/2016
Grande spazio ai temi dell'immigrazione e della convivenzaReligion Today Filmfestival 2016
Sarà un primo confronto di sguardi, in linea con la complessità di un tema che infiamma le cronache e interroga tutte le tradizioni religiose, a dare il via al 19° Religion Today Filmfestival (7-17 ottobre 2016) a titolo "C'eravamo tanto amati. Religioni e relazioni di genere".
L’inaugurazione, venerdì 7 ottobre dalle ore 20.45 presso il Teatro San Marco di Trento, offrirà infatti strumenti e chiavi di lettura per una riflessione sul maschile e femminile tra cinema, religioni, società.
A ispirare la serata inaugurale del 19° Religion Today sarà la rivisitazione dell’immagine di Adamo ed Eva scelta per il poster dell'anno: spesso, infatti, per parlare di maschile e femminile i testi sacri propongono immagini, simboli e racconti che verranno ripresi anche da una lettura teatrale di Massimo Lazzeri, in un incontro di arti e Scritture.
Dopo l'apertura ufficiale, sul palco del Religion Today saliranno Alina Marazzi, regista sensibile interprete del femminile e Brunetto Salvarani, teologo e giornalista, intellettuale poliedrico attento alla cultura popolare: protagonisti di un incontro-confronto organizzato in collaborazione con l’Ufficio cultura dell’Arcidiocesi di Trento, per avvicinare in modo serio e condiviso parole chiave e concetti di questa intensa edizione del Festival.
Tra le domande anticipate ai relatori, anche la proposta di partire proprio dal racconto della Genesi per raccontare la loro personale versione della storia dei progenitori, prima di attraversare i rispettivi ambiti professionali, cinema e teologia, in relazione al tema della parità di genere. Quali passi devono essere ancora fatti e quali invece sono già superati? Esistono davvero una teologia – e un cinema – al maschile e al femminile?
E ancora: essere donna ha sempre voluto dire essere “diversa” rispetto ad una “normalità” maschile. Oggi anche essere credente vuol dire essere in qualche modo “diverso”. Le donne credenti sono dunque diversità nella diversità?
Non solo gli stereotipi ma anche l’immagine profonda di cosa significhi essere donna, uomo, coppia sembrano in profonda mutazione nel nostro tempo. Dal punto di vista di chi si occupa di dialogo interreligioso e di cinema, è veramente così? Oppure questo vale solo in certi contesti culturali e religiosi? Quale ruolo hanno svolto le donne nel legittimare tali mutazioni?
Sia il mondo dell’audiovisivo che la religione affrontano il maschile e il femminile a partire dalla concretezza del corpo. Collocato, ripreso, sfruttato, esaltato o negato, coperto o scoperto, normato o normalizzato. Con quali conseguenze? Tradizionalmente “oggetto”, il corpo può invece diventare soggetto?
Da queste domande - e dall'esperienza degli interlocutori - prenderà il via il 19° Religion Today Filmfestival che vedrà, nella serata inaugurale, anche la proiezione del primo titolo in concorso, una serie web indipendente americana dal titolo “Adam & Eve” che con leggerezza e ironia esplora i temi della fine dell’infanzia e dell’ingresso nell’età adulta, i concetti di innocenza e conoscenza, l’idea di paradiso e le stesse relazioni di genere, partendo da una domanda divertita e spiazzante: come sarebbe corteggiare l’unica altra persona al mondo, quando in gioco c’è il disegno di Dio per l’umanità?
IL CONCORSO CINEMATOGRAFICO
Il “viaggio nelle differenze” del Festival si rinnova quest’anno con 53 film in concorso, documentari, film e cortometraggi a soggetto provenienti da 26 paesi diversi e selezionati tra quasi 300 proposte. Saranno tutti proiettati a Trento dal 7 al 15 ottobre 2016, ad ingresso libero e con il commento di molti autori e di partner del Festival. La città ospiterà anche la cerimonia di premiazione in programma nella serata di sabato 15 ottobre presso il Teatro San Marco. In aggiunta ai tre premi di categoria - miglior film a soggetto, miglior documentario e miglior cortometraggio - la giuria internazionale potrà assegnare il caratteristico premio “Nello spirito della fede”, da quest’anno dedicato alla memoria di Davide Zordan - teologo, ricercatore, docente, critico cinematografico e presidente di Religion Today, scomparso prematuramente nell’ottobre 2015. La serata vedrà anche il conferimento del premio della giuria SIGNIS (World Catholic Association for Communication) e delle giurie speciali espresse da enti e partner del Festival sui temi della pace, delle migrazioni, del rapporto tra religioni e società. Un riconoscimento andrà inoltre al film più convincente ed espressivo nella sezione dedicata specificamente al rapporto tra religioni, culture e relazioni di genere.
MIGRAZIONI E CONVIVENZA
Un’importante finestra si apre anche quest’anno sul mondo delle migrazioni, con una giuria ad hoc e proiezioni dedicate organizzate in collaborazione con Cinformi, Centro informativo per l’immigrazione della Provincia autonoma di Trento e con la partecipazione delle comunità etniche presenti sul territorio: accanto a film e documentari che del fenomeno evidenziano gli aspetti più dolorosi, anche dal punto di vista di “chi resta” nei paesi d'origine – come l’iraniano THE DESCENDANTS (sabato 15 ottobre) o il bengalese THE UNNAMED (mercoledì 12 ottobre) – la sezione proporrà la narrazione di storie positive, come quella di MY NAME IS ADIL (sabato 8 ottobre), opera di un regista emigrato ragazzino dal Marocco che in Italia impara a fare cinema e così racconta la propria vicenda. In questo contesto si inserisce anche la collaborazione con Libera per la proiezione di un documentario come SANTI CAPORALI (lunedì 10 ottobre), già presentato lo scorso maggio a Palazzo Madama durante un’iniziativa di sensibilizzazione del mondo politico sul fenomeno dello sfruttamento dei braccianti agricoli stranieri e del caporalato. La presenza in concorso del documentario DUSTUR di Marco Santarelli (mercoledì 12 ottobre) ha suggerito inoltre una partnership con l'Associazione Nazionale Magistrati e con ELSA European Law Students’ Association intorno ad una importante esperienza di confronto sulla costituzione (in arabo appunto dustur) realizzata in carcere con detenuti musulmani.