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Rapporto immigrati-banche

29/10/2013

Sono circa 2.264.900 i migranti che hanno accesso diretto a un conto corrente

Si rafforza il legame tra cittadini di origine immigrata, territorio e imprese bancarie. E’ quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei migranti.
Il 66% del risparmio dei cittadini di origine straniera che sono stati intervistati resta in Italia, sia per far fronte alle emergenze determinate dalla crisi, sia per motivi legati ad esigenze tipiche di chi sembra aver scelto di radicarsi in Italia: in particolare l’11% per l’educazione e il 10% per l’acquisto della casa. L’indagine evidenzia che sono quasi 2 milioni i conti correnti presso banche e BancoPosta intestati a cittadini immigrati di 21 nazionalità, pari all’88% dei migranti residenti in Italia. Circa 2.264.900 sono i cittadini di origine straniera che hanno accesso diretto a un conto corrente, se si considerano i conti cointestati.
Il cliente “evoluto” di origine immigrata, secondo l’indagine, utilizza almeno 6 prodotti bancari, è prevalentemente uomo, sposato o comunque convivente, di età compresa fra i 35 e i 55 anni, residente in Italia da almeno 14 anni e con un profilo di istruzione alto. Il 43% ha un titolo di scuola superiore e il 37% un titolo universitario. È questo, secondo la ricerca, il cliente “evoluto”, che ha cioè una relazione “matura” con il sistema finanziario in risposta a una pluralità di esigenze che vanno oltre la semplice custodia del risparmio e la concessione del credito, ma che riguardano anche i pagamenti e una gestione più attiva del proprio patrimonio.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei diversi prodotti bancari, emerge la forte diffusione degli strumenti di pagamento e nello specifico della carta bancomat (usata dalla quasi totalità dei correntisti), generalmente associata al conto corrente.

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Pubblicato il: Mercoledì, 30 Ottobre 2013 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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