28/04/2014
Dalle nuove norme approvate dal Parlamento UE alle proposte dell'Italia; dall'appello dell'Anci ai numeri del fenomeno"Profughi", il punto
Sono migliaia le persone salvate sinora dalle acque del Mediterraneo nell'ambito dell'operazione “Mare Nostrum” nel solo mese di aprile (2014). Viaggiavano a bordo – come fa notare la Marina Militare – di mezzi di fortuna: imbarcazioni instabili e che stavano a stento a galla, sovraffollate e prive di dotazioni di sicurezza individuali. A bordo di queste “carrette del mare” anche tanti minorenni (fra loro bambini e neonati), donne in gravidanza e disabili. In sei mesi sono arrivati sulle coste italiane oltre 20mila migranti. Non presentano – fa sapere la Marina – problematiche sanitarie rilevanti.
Sul tema dei soccorsi al largo delle coste italiane e più in generale dei “profughi” sono intervenute in queste settimane diverse istituzioni a vario titolo impegnate sul fronte immigrazione, dal contesto internazionale all'accoglienza in Italia, dal governo italiano (che chiede con particolare determinazione un'assunzione di responsabilità a livello europeo) all'Associazione nazionale dei Comuni italiani, dall'Agenzia Onu per i Rifugiati a Save The Children e al Centro Astalli (servizio dei Gesuiti per i rifugiati). Sullo sfondo le nuove norme UE, che dovrebbero entrate in vigore prima dell'estate; in estrema sintesi l'obiettivo di tali regole – approvate dal Parlamento europeo e riguardanti il personale di frontiera in servizio per le operazioni marittime di Frontex – è salvare vite umane. Tornando in Italia, pochi giorni fa (il 23 aprile 2014) la commissione Esteri del Senato ha deliberato di richiedere al Presidente dell'Aula l'autorizzazione a svolgere, congiuntamente alla commissione Difesa, un'indagine conoscitiva sull'operazione “Mare Nostrum” e sui suoi risvolti internazionali.
Lo scenario europeo
Secondo quanto recentemente approvato dal Parlamento europeo, il “piano operativo” che disciplina le operazioni di sorveglianza alle frontiere coordinate da Frontex dovrà prevedere che le persone bisognose di protezione internazionale, le vittime della tratta di esseri umani, i minori non accompagnati e altre persone bisognose siano identificati e ricevano un'assistenza adeguata. Eventuali misure coercitive potranno essere adottate solo dopo l'identificazione dei migranti. I deputati hanno poi inasprito le regole per garantire il rispetto del principio di “non respingimento”, in base al quale le persone non possono essere rimpatriate in Paesi ove sussiste il rischio di persecuzioni, torture o altri danni gravi. Inoltre le operazioni di respingimento in alto mare saranno vietate. Il progetto di regolamento approvato dal Parlamento deve essere formalmente approvato dal Consiglio dei ministri dell'UE.
Le proposte dell'Italia
Il ministro dell'Interno italiano ha recentemente proposto di insediare presso tutte le prefetture d'Italia le commissioni territoriali per lo studio delle domande di asilo e protezione umanitaria, facendo così innalzare il numero di queste a oltre cento. Il ministro ha annunciato anche di aver dato incarico alle prefetture di monitorare e reperire nuove strutture per i centri di accoglienza a livello territoriale per arrivare al più presto a una capienza totale di 19mila posti e di pensare a una unica struttura, “una sorta di hub, per l'identificazione, la fotosegnalazione e gli altri accertamenti per i migranti una volta giunti in Italia”. Il responsabile del Viminale ha quindi auspicato uno sforzo dell'Europa per incrementare l'attività dell'operazione “Mare Nostrum” e ha annunciato l'intenzione di chiedere all'Europa che l'agenzia Frontex abbia una sede in Italia. Secondo il ministro dell'Interno bisogna consentire ai migranti che sbarcano in Italia di poter raggiungere gli altri Paesi europei dove vogliono trasferirsi, modificando il Regolamento di Dublino che oggi obbliga i migranti a chiedere asilo nel Paese di approdo. “Questa norma – ha detto il ministro – ha un grande limite, perchè carica tutti gli oneri della migrazione sul Paese di primo ingresso; occorre quindi promuovere un'equa suddivisione degli oneri consentendo ai migranti di spostarsi in altri Paesi europei.”
Le richieste dei Comuni
L'Associazione nazionale dei Comuni italiani intanto chiede al governo “che ci sia un’adeguata dotazione di risorse finanziarie per gestire la prima accoglienza ed il ricovero di queste persone nel momento in cui sbarcano in Italia. La possibilità di attivare il sistema Sprar, gestito dai Comuni – afferma l'Anci – dipende in modo decisivo dalla tempestività con cui arrivano i fondi per gestire i singoli centri. Questo modello ha dimostrato di funzionare ma servono risorse certe”.
I dati dell'Agenzia Onu per i rifugiati
Sono aumentate del 28% le domande di asilo registrate nel 2013 nei Paesi industrializzati. Il forte aumento di domande di asilo lo scorso anno nei 44 Paesi analizzati è provocato principalmente, afferma l'Unhcr, dalla crisi in Siria. La regione che ha visto il più elevato aumento di richiedenti asilo lo scorso anno è stata l’Europa, i cui 38 Paesi hanno complessivamente ricevuto 484.600 richieste, segnando un aumento di un terzo rispetto al 2012. L’Italia ha ricevuto nel 2013 27.800 domande di asilo.
L'accoglienza “profughi” in Trentino
Come avvenuto in occasione dell'Emergenza umanitaria Nord Africa, la Provincia autonoma di Trento ha responsabilmente risposto a una precisa richiesta del Governo italiano (nel rispetto della normativa nazionale ed europea) di fornire accoglienza dopo i recenti arrivi di persone sulle coste italiane.
È stato quindi sottoscritto un protocollo di intesa fra Provincia autonoma di Trento e Commissariato del Governo per la provincia di Trento per l’accoglienza straordinaria di questi migranti per il periodo dal 22/03/2014 al 30/06/2014. Gli oneri per la gestione del piano straordinario d’accoglienza di tali migranti sostenuti dalla Provincia sono rimborsati dallo Stato per una spesa media giornaliera fino a un massimo di 30,00 Euro per ciascuna persona assistita. Tale importo (rendicontato allo Stato sulla base della spesa effettivamente sostenuta) viene utilizzato per garantire i seguenti beni e i servizi (non è prevista l'erogazione di denaro):
- orientamento generale sulle regole comportamentali all’interno delle strutture, nonché sulla relativa organizzazione;
- orientamento all'assistenza sanitaria, da effettuare presso i presidi sanitari territoriali o medici di base;
- sostegno socio psicologico;
- igiene, disinfezione e pulizia quotidiana dei locali;
- generi alimentari ed extralimentari e materiali di consumo per l’erogazione dei pasti (stoviglie, tovaglioli, posate, etc.);
- servizi di lavanderia;
- effetti letterecci adeguati al posto occupato, composti da materasso, cuscino, lenzuola, federe e coperte e quant’altro utile al comfort della persona;
- prodotti per l’igiene personale e vestiario intendendo la fornitura del minimo necessario al momento dell’accoglienza presso la struttura e, all’accoglienza, il rinnovo dei beni da effettuare periodicamente al fine di garantire l’igiene e il decoro della persona;
- assistenza linguistica e culturale;
- informazione sulla normativa concernente l’immigrazione i diritti e doveri e condizioni dello straniero;
- orientamento al territorio informazione ed assistenza nei rapporti con la Questura competente per l’inserimento nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati;
- “pocket money” nella misura di Euro 2,50 pro capite/ pro die, fino ad un massimo di Euro 7,50 per nucleo familiare, da erogare sotto forma di “buoni” o di carte prepagate (per schede telefoniche, snack alimentari, giornali, fototessera, biglietti per trasporto pubblico ecc.);
- tessera telefonica da 15,00 Euro da consegnare all'ingresso.
Sia i beni che i servizi da erogare, come la spesa massima giornaliera a persona a disposizione di chi gestisce l'accoglienza, sono stabiliti dallo Stato e valgono per tutto il territorio nazionale.
In Trentino questa accoglienza straordinaria è resa possibile dal sistema provinciale di Protezione Civile con Croce Rossa, Nu.Vol.A. e Psicologi per i Popoli e dal Cinformi.