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Più fiducia e più esigenti verso noi stessi

31/12/2007

Auguro un anno sereno, per difficile che sia. E’ un augurio che si ispira a sentimenti e ragioni di fiducia nell’Italia, perché cresca e migliori, guardando soprattutto alle...

"Auguro un anno sereno, per difficile che sia. E’ un augurio che si ispira a sentimenti e ragioni di fiducia nell’Italia, perché cresca e migliori, guardando soprattutto alle generazioni più giovani e a quelle che verranno", così il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è rivolto agli italiani nel messaggio di fine anno al Paese. In apertura il Presidente Napolitano ha parlato della terribile piaga delle morti bianche ricordando la tragedia della Thyssenkrupp. Poi ha toccato il tema delle paure degli italiani: "Possiamo avere più fiducia in noi stessi, ma dobbiamo essere più esigenti verso noi stessi. Ci preoccupano giustamente l’insicurezza e la criminalità; ci preoccupano difficoltà e fenomeni legati a una immigrazione in rapida crescita. Liberarsi dalle paure che non fanno ragionare e dai particolarismi che non fanno decidere. La paura può far dimenticare i limiti e i diritti da rispettare nell’azione che va condotta a tutela della sicurezza dei cittadini; la paura può far degenerare la fondata richiesta dell’osservanza della legge e delle regole da parte degli immigrati in minaccia inammissibile di violazione della libertà di culto per tutte le confessioni religiose e della dignità di quanti, provenienti da paesi lontani e vicini, operano nel nostro paese soddisfacendone esigenze e domande concrete". Nel messaggio il Capo dello Stato ha voluto rispondere alla domanda che più inquieta: "Come dobbiamo guardare all’anno che sta per iniziare, con quali preoccupazioni e con quali motivi di speranza e di fiducia? Molti e diversi sono i fatti che smentiscono le rappresentazioni di un’Italia in declino. Un autorevole osservatore straniero ha indicato nella cultura della creatività un punto di forza del nostro paese. E in questo nuovo esprimersi della creatività italiana, rivive la forza di una tradizione, di un patrimonio e di una sensibilità cui dobbiamo dedicare ben maggiore attenzione. Non c’è da abbandonarsi alla sfiducia, ma da proporre, decidere, operare".

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Pubblicato il: Lunedì, 04 Febbraio 2008 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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