03/10/2008
Passare le competenze sui permessi di soggiorno ai comuni. E se i comuni non ce la faranno, saranno le province“Permessi a comuni o alle province”
Passare le competenze sui permessi di soggiorno ai comuni. E se i comuni non ce la faranno, saranno le province o un consorzio di comuni ad occuparsene. Lo ha detto il ministro dell’Interno in un’intervista a 360 gradi a “L’espresso” che tocca anche il tema immigrazione. Nell’intervista al settimanale si arriva a parlare dei permessi di soggiorno subito dopo aver affrontato la questione quote d’ingresso. “170mila ingressi – ha detto il ministro – non sono pochi. Il problema non è elevare il numero, ma snellire le procedure.” “Procedure che – incalza il giornalista di “L’Espresso” – sono lunghe e provocano disagi”. “Intendo migliorare l’efficienza – afferma il capo del Viminale – passando le competenze dei permessi di soggiorno dalle questure ai sindaci. Non sarà più concentrato in un ufficio stranieri, ma ci sarà un ufficio analogo in ogni comune. E se i comuni non ce la faranno, potrà intervenire la provincia o un consorzio di comuni.” Il riferimento del ministro ai comuni, ai consorzi dei comuni e alle province chiama in causa la sperimentazione avanzata sulle nuove procedure per il rinnovo dei titoli di soggiorno alla quale partecipano la Provincia autonoma di Trento, i Comuni di Lecce, Ancona, Brescia, Padova, Prato, Firenze, Ravenna e il Consorzio dei Comuni di Portogruaro coordinati da Anci (Associazione nazionale comuni italiani). La sperimentazione, avviata nella scorsa legislatura, prevedeva nella prima fase un maggior coinvolgimento degli enti locali nelle procedure di rinnovo dei permessi di soggiorno, evitando il passaggio alle Poste. Nella fase avanzata della sperimentazione il ministero dell’Interno aveva realizzato un apposito programma informatico per raccogliere la domanda presso gli sportelli degli enti sperimentatori senza far viaggiare il cartaceo. L’immigrato avrebbe poi consegnato la documentazione alla Questura al momento della convocazione per le impronte digitali. Da questo punto la procedura avrebbe seguito l’iter attuale con l’attivazione dell’Istituto poligrafico della Zecca per il rilascio del titolo di soggiorno elettronico. Fin qui le soluzioni previste dal progetto di sperimentazione, in linea con la volontà del ministro di trasferire le competenze agli enti locali per risolvere il problema dei permessi di soggiorno. Ma quali scenari si prospettano quindi? La risposta arriva dal ministro stesso. Il giornalista di “L’Espresso” definisce le proposte del Viminale “federalismo dell’immigrazione”. “Esatto – gli risponde il ministro dell'Interno – metteremo la norma nel disegno di legge che si sta discutendo al Senato”.
Perché la Provincia di Trento ha aderito alla sperimentazione Nella scorsa legislatura il passaggio delle competenze amministrative sul rinnovo dei permessi di soggiorno agli enti locali era previsto dal disegno di legge di riforma delle norme che regolano la presenza dei cittadini stranieri in Italia. A tal proposito, la presidenza della Provincia autonoma di Trento aveva chiesto alla delegazione parlamentare trentina di presentare un emendamento al disegno di legge di riforma per assegnare alla Provincia autonoma di Trento le competenze amministrative in materia di immigrazione. Ciò alla luce dell’esperienza maturata in questi anni e dei risultati raggiunti sinora, resi possibili anche grazie alla proficua collaborazione avviata con la Questura di Trento. In particolare, la proposta emendativa era diretta a prevedere che l’eventuale passaggio delle competenze e delle attività relative al rinnovo dei permessi di soggiorno fosse definito con le garanzie previste dallo Statuto speciale, tipiche delle norme di attuazione statutaria, anche tenuto conto che con legge statale può essere attribuita alle Province autonome la potestà legislativa per servizi relativi a materie estranee alle rispettive competenze previste dallo Statuto.