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Patto nazionale per un Islam italiano

02/02/2017

Il patto è stato firmato presso il ministero dell’Interno

E’ stato firmato al ministero dell’Interno il “Patto nazionale per un Islam italiano”. Sottoscrittori sono il ministro Marco Minniti e i rappresentanti delle associazioni e della comunità islamiche presenti in Italia. Una firma (siglata l’1/2/2017) definita dal ministro “un passaggio utile per il presente e il futuro dell’Italia attraverso il dialogo interreligioso”. “Il senso del documento – afferma Minniti – è che si possono avere religioni differenti e professare religioni differenti pur essendo tutti italiani”. Il pre-requisito del Patto è ripudiare qualsiasi forma di violenza e terrorismo. Il patto fa riferimento, tra l’altro, al principio supremo di laicità dello Stato (quale “garanzia della libertà di religione in regime di pluralismo confessionale e culturale”) e alla Costituzione italiana.
Tra le misure concordate, la promozione della formazione di imam e guide religiose che possano anche assumere il ruolo di efficaci mediatori per assicurare la piena attuazione dei principi civili di convivenza, laicità dello Stato, legalità, parità dei diritti tra uomo e donna, in un contesto caratterizzato dal pluralismo confessionale e culturale. Un altro punto è facilitare i contatti e le relazioni delle Istituzioni e della società civile con le associazioni islamiche, rendendo pubblici nomi e recapiti di imam, guide religiose e personalità in grado di svolgere efficacemente un ruolo di mediazione tra la loro comunità e la realtà sociale e civile circostante. Infine, si richiede alle associazioni islamiche l’impegno nell’adoperarsi concretamente affinché il sermone del venerdì sia svolto o tradotto in italiano, ferme restando le forme rituali originarie nella celebrazione del rito, così come le comunicazioni sulla vita della comunità o dell’associazione. Il Patto prevede inoltre di assicurare massima trasparenza nella gestione e documentazione dei finanziamenti ricevuti, dall’Italia o dall’estero, da destinare alla costruzione e alla gestione di moschee e luoghi di preghiera.
Il ministero dell’Interno si impegna in particolare a sostenere e promuovere, in collaborazione con le associazioni islamiche, eventi pubblici intesi a rafforzare ed approfondire il dialogo tra le Istituzioni e la comunità islamica e a favorire l’organizzazione di corsi di formazione per i ministri di culto musulmani.

Il commento della Comunità Islamica del Trentino-Alto Adige
Abbiamo chiesto al presidente della comunità islamica del Trentino-Alto Adige Aboulkheir Breigheche come viene accolto il Patto dalla locale comunità musulmana.
“Il Patto – afferma il presidente – rappresenta un passo avanti nel processo di affermazione che la comunità islamica italiana sta svolgendo da decenni; rappresenta inoltre un riconoscimento del lavoro di integrazione e di cittadinanza attiva nella società italiana. Aspetti, questi, che hanno convinto le istituzioni italiane ad elaborare assieme alle associazioni islamiche questo Patto”. “Si tratta – prosegue il presidente Breigheche – di una nuova tappa in questo cammino verso l’intesa finale che la comunità islamica italiana vuole raggiungere con il Governo italiano; un’intesa attraverso la quale l’Islam possa essere ammesso in Italia come tutte le confessioni religiose riconosciute che hanno stipulato un’intesa con lo Stato italiano”.
All’incontro di sottoscrizione del Patto al Viminale ha partecipato, per l’Associazione islamica italiana degli Imam e delle guide religiose, anche Nibras Breigheche, membro della comunità islamica del Trentino-Alto Adige.

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Pubblicato il: Giovedì, 02 Febbraio 2017 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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