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Oltre 4 milioni di immigrati in Italia

29/10/2009

Continua a prevalere la presenza di immigrati di origine europea; seguono gli africani, gli asiatici e gli americani

I cittadini stranieri residenti in Italia sono 3.891.295 alla fine del 2008, ma si arriva a circa 4.330.000 includendo anche le presenze regolari non ancora registrate in anagrafe. Gli immigrati incidono, quindi, tra il 6,5% (residenti) e il 7,2% (totale presenze regolari) sull’intera popolazione; ma il dato arriva al 10% se si fa riferimento alla sola classe dei più giovani (minori e giovani fino ai 39 anni). I dati arrivano dall'edizione 2009 del Dossier statistico Caritas-Migrantes, presentata in questi giorni. Se si tiene conto – affermano i curatori – che la regolarizzazione di settembre 2009, pur in tempo di crisi, ha coinvolto quasi 300mila persone nel solo settore della collaborazione familiare, l’Italia oltrepassa abbondantemente i 4,5 milioni di presenze, avvicinandosi alla Spagna (oltre 5 milioni) e in misura più contenuta alla Germania (circa 7 milioni).

Le provenienze degli immigrati Continua a prevalere la presenza di origine europea (53,6%, per più della metà da Paesi comunitari). Seguono gli africani (22,4%), gli asiatici (15,8%) e gli americani (8,1%). Risulta fortemente attenuato il policentrismo delle provenienze, che per molti anni – afferma Caritas-Migrantes – è stato una spiccata caratteristica dell’immigrazione italiana: le prime 5 collettività superano la metà dell’intera presenza (800 mila romeni, 440 mila albanesi, 400 mila marocchini, 170 mila cinesi e 150 mila ucraini). A livello territoriale il Centro (25,1%) e il Meridione (12,8%) sono molto distanziati dal Nord quanto a numero di residenti stranieri (62,1%), così come il Lazio (11,6%) lo è dalla Lombardia (23,3%), tra l’altro preceduto, seppure di poco, dal Veneto (11,7%).

Giovani e mondo della scuola Più di un quinto della popolazione straniera è costituito da minori (862.453), 5 punti percentuali in più rispetto a quanto avviene tra gli italiani (22% contro 16,7%). I nuovi nati da entrambi i genitori stranieri (72.472) hanno inciso nel 2008 per il 12,6% sulle nascite totali registrate in Italia, ma il loro apporto è pari a un sesto se si considerano anche i figli di un solo genitore straniero. Ad essi si sono aggiunti altri 40.000 minori venuti a seguito di ricongiungimento. Gli alunni figli di genitori stranieri, nell’anno scolastico 2008/2009, sono saliti a 628.937 su un totale di 8.943.796 iscritti, per un’incidenza del 7%. L’aumento annuale è stato di 54.800 unità, pari a circa il 10%. L’incidenza più elevata si registra nelle scuole elementari (8,3%) e, a livello regionale, in Emilia Romagna e in Umbria, dove viene superato il 12%, mentre si scende al 2% al Sud e nelle Isole. Di questi studenti, 1 ogni 6 è romeno, 1 ogni 7 albanese e 1 ogni 8 marocchino, ma si rileva di fatto – affermano i curatori del Dossier – una miriade di nazionalità, veramente un “mondo in classe”, come mettono in evidenza i progetti interculturali. Si tratta di alunni “stranieri” per modo di dire, perché quasi 4 su 10 (37%) sono nati in Italia e di questo Paese si considerano cittadini; e il rapporto sale a ben 7 su 10 tra gli iscritti alla scuola dell’infanzia.

Lavoro e apporto economico Anche in un anno di crisi incipiente, come è stato il 2008, l’apporto degli immigrati – affermano i curatori del Dossier – è risultato così necessario da far aumentare il loro numero tra gli occupati di 200mila unità. Del resto, nel mercato occupazionale italiano l’internazionalizzazione è in corso da tempo e i lavoratori nati all’estero sono il 15,5% del totale. Tra di essi non mancano gli italiani di ritorno (a testimonianza degli oltre 4 milioni di emigrati italiani residenti all’estero), ma la maggioranza è costituita da lavoratori stranieri, il cui afflusso si è incrementato specialmente nell’ultimo decennio. I lavoratori stranieri in senso stretto sono quasi un decimo degli occupati e contribuiscono per una analoga quota alla creazione della ricchezza del Paese. Sul piano economico i dati relativi al 2007 evidenziano, innanzi tutto, il consistente apporto degli immigrati all’economia italiana: si tratta, secondo Unioncamere, di 134 miliardi di euro, pari al 9,5% del prodotto interno lordo.

Le domande di cittadinanza Sono consistenti – sostengono i curatori del Dossier – gli indicatori di un intreccio sempre più stretto tra i nuovi venuti e la società che li ha accolti, che vanno oltre il piano lavorativo. Le acquisizioni di cittadinanza (39.484 nel 2008) sono quadruplicate rispetto al 2000 e più che quintuplicate (53.696) se si tiene conto anche delle cittadinanze riconosciute direttamente dai Comuni. Neppure la rigidità della normativa – afferma Caritas-Migrantes – costituisce un freno al dinamismo dell’integrazione e ormai in 4 casi su 10 l’acquisizione della cittadinanza viene concessa a seguito della residenza previamente maturata. Nonostante ciò l’Italia resta nettamente distanziata dagli altri Paesi europei per numero di concessioni, risultando settima in graduatoria.

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Pubblicato il: Giovedì, 29 Ottobre 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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