18/12/2013
Positivo il bilancio 2012 dell’Osservatorio istituito dall’Associazione“Notizie fuori dal ghetto”
Come viene raccontata l'immigrazione dai media italiani? A questa domanda risponde l'Osservatorio dell'Associazione "Carta di Roma", che ha presentato recentemente i risultati del monitoraggio delle testate giornalistiche. La Carta di Roma è il codice deontologico su migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta, firmato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa Italiana, su sollecitazione dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) nel giugno del 2008. Secondo il rapporto, la sensibilità dei giornalisti in Italia è aumentata così come la loro competenza sul tema.
Nel 2012 crescono in maniera significativa, rispetto ai precedenti studi, le notizie sull’immigrazione e l’asilo legate alla società; in particolare quelle che riguardano le questioni demografiche, il lavoro, l’economia e anche l’istruzione. Nelle prime pagine dei principali quotidiani italiani diminuisce quindi il peso della cronaca, quando si parla di immigrazione, e della cronaca nera in particolare che continua invece a incidere molto solo nei quotidiani locali dove raggiunge percentuali alte. Sulle prime pagine dei quotidiani si discute più di cambiamenti sociali relativi alla presenza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Italia e quindi anche nel dibattito politico diventa prevalente la discussione sullo ius soli. I figli di immigrati conquistano difatti un protagonismo attivo e positivo nelle news televisive. Le seconde generazioni riescono così a conquistare un ruolo da protagonisti nelle notizie ed escono dalla trattazione passiva di destinatari d’iniziative di solidarietà.
Il rapporto parla di una rappresentazione minoritaria delle donne, passivizzata, poco presente in alcuni argomenti (legislazione, società) e confinata in altri (cronaca nera, riferimenti culturali). In generale le immagini delle donne immigrate sono spesso rappresentate dal velo, eletto a simbolo che connota in particolare la donna musulmana e in generale la donna straniera.
Nel caso delle violenze contro le donne e dei femminicidi le donne immigrate sono rappresentate come vittime, sovente deboli o succubi delle tradizioni e delle famiglie patriarcali. Le violenze, i soprusi, gli omicidi sono in prevalenza letti in chiave culturalista, attribuendo cioè alle origini culturali religiose o nazionali dei carnefici e/o delle vittime le cause dei delitti e dipingendo le culture come monolitiche, immutabili ed essenzialmente differenti.
“Per superare la diffidenza e gli oggettivi ostacoli alla formazione dei giornalisti sui temi della migrazione e dell’asilo – si legge nel rapporto - occorrono creatività nelle proposte, adattamento alle pratiche professionali, coinvolgimento (committment) dei vertici redazionali o delle rappresentanze di categoria”. Inoltre, affermano i curatori del rapporto, è necessario “individuare meccanismi agili e utili per un confronto continuo e sistematico tra i giornalisti sui meccanismi di produzione delle notizie e far assumere consapevolezza agli editori e al servizio pubblico radio televisivo in primis; sul pubblico di riferimento che è già interculturale sono spunti per azioni future”.