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Ministero del Lavoro, “non servono nuovi ingressi”

18/11/2013

Secondo lo studio, per ora la richiesta di manodopera può essere soddisfatta dalla forza lavoro già presente in Italia

“La domanda di lavoro attesa può essere ampiamente soddisfatta nell’ambito dei settori, dei territori e dei profili richiesti, compreso il settore domestico, dell’offerta di lavoro disponibile, anche in assenza di una nuova programmazione di quote generali tramite i decreti flussi annuali.”
E’ quanto si legge nella relazione sul mercato del lavoro dei cittadini stranieri nel secondo trimestre 2013 del Dipartimento immigrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Secondo la relazione, le motivazioni si trovano soprattutto nella presenza nel secondo trimestre 2013 di oltre 500mila lavoratori stranieri in cerca di lavoro. Tale dato si somma alla crescita della popolazione straniera inattiva, soprattutto per la componente non Ue, dovuta al fenomeno dei ricongiungimenti familiari, all’aumento del numero di stranieri di “seconda generazione” e alle quote di ingresso non programmate di popolazione straniera non comunitaria, quali profughi e persone richiedenti asilo politico.
Inoltre – sostiene la relazione – c'è “l’ampia disponibilità di offerta di lavoro proveniente dai Paesi, soprattutto dell’Est Europa,
aderenti all’UE, e liberamente circolante nel mercato del lavoro, rafforzata dalla scelta
operata dal Governo italiano di superare definitivamente le restrizioni a suo tempo previste per l’inserimento lavorativo di cittadini rumeni e bulgari, senza dimenticare la recente adesione, sia pure in regime transitorio, della Croazia”.

La sintesi del quadro della situazione del mercato del lavoro straniero
La relazione illustra un quadro macro-economico in Italia ancora segnato da evidenti criticità. Nel secondo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (Pil) è infatti diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre del 2012. Prosegue la riduzione tendenziale dell'occupazione italiana (-581.000 unità), mentre si arresta la crescita di quella straniera (-4.000 unità). In confronto al secondo trimestre 2012, il tasso di occupazione dei cittadini stranieri segnala una riduzione di 3,5 punti percentuali a fronte di un calo di 1,2 punti di quello degli italiani. Se un anno prima l’indicatore occupazionale aveva registrato per gli stranieri un tasso del 61,5% (4,8% punti in più rispetto al tasso di occupazione dei cittadini italiani), nel secondo trimestre 2013 il valore si è attestato su quota 58,1% e dunque solo di 2,7 punti superiore al 55,4% degli italiani. Parallelamente è cresciuto il tasso di disoccupazione della popolazione straniera attestandosi, nel II trimestre del 2013, al 17,9% contro l’11,3% delle forze lavoro di nazionalità italiana.

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Pubblicato il: Lunedì, 18 Novembre 2013 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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