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Migrazioni forzate, 2013 “record”

20/12/2013

Complessivamente le migrazioni forzate hanno toccato i livelli più alti dai primi anni ’90

Il 2013 è fra gli anni con i più alti livelli di migrazioni forzate mai visti dall’Unhcr, a causa di un numero eccezionale di nuovi rifugiati e sfollati. Il rapporto dell’Onu relativo ai primi sei mesi di quest’anno e presentato oggi (20 dicembre 2013) parla di 5,9 milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case nel primo semestre 2013, rispetto ai 7,6 milioni totali del 2012. Il paese che contribuisce maggiormente a questi nuovi esodi è la Siria.
Il rapporto, intitolato Mid-Year Trends 2013, si basa principalmente sui dati forniti dai più di 120 uffici nazionali dell’Unhcr e mostra un netto incremento di diversi indicatori importanti. Tra questi il numero di nuovi rifugiati: 1,5 milioni di persone nei primi sei mesi del 2013, rispetto agli 1,1 milioni di persone registrate nell’intero 2012. Un altro indicatore è quello del numero di nuove persone sfollate all’interno dei propri paesi – 4 milioni di persone rispetto ai 6.5 milioni del 2012. Sono state anche presentate circa 450mila domande d’asilo, ma questo dato è in linea con i numeri registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.
Complessivamente le migrazioni forzate – 45,2 milioni alla fine del 2012 – hanno già toccato i livelli più alti dai primi anni ’90, soprattutto a causa della proliferazione di nuovi conflitti. Il rapporto Mid-Year Trends 2013 non aggiorna questa statistica (i dati definitivi saranno disponibili verso la metà del 2014) ma avverte che il numero totale di migranti forzati a livello globale nel 2013 potrebbe raggiungere livelli anche più alti di quelli del 2012, principalmente a causa dei continui flussi di persone in uscita dalla Siria e del numero di sfollati al suo interno.
“È difficile vedere numeri simili e non chiedersi come mai oggi così tante persone diventano rifugiati o sfollati”, afferma António Guterres, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. “L’assistenza delle organizzazioni umanitarie contribuisce a salvare vite umane, ma non siamo in grado di impedire le guerre o di fermarle. Ciò richiede sforzo e volontà politica, e questo è il piano su cui è necessario che si concentri maggiormente lo sforzo di concertazione internazionale.”

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Pubblicato il: Venerdì, 20 Dicembre 2013 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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