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Media e immigrazione, più attenzione all’accoglienza, meno ai flussi migratori

16/12/2022

Il quadro in Italia nel decimo rapporto dell'associazione Carta di Roma intitolato “Notizie dal fronte”

Il 2022 segna un ulteriore calo dell’attenzione nei confronti del tema delle migrazioni (con particolare riferimento ai flussi migratori), sia nell’informazione di prima serata, sia sulle prime pagine dei principali quotidiani. La guerra in Ucraina e il flusso di sfollati ucraini verso i Paesi europei sono al centro dell’agenda delle migrazioni e prevale il tema dell'accoglienza.
Sono alcuni fra i principali dati che emergono dal decimo Rapporto dell’Associazione Carta di Roma intitolato “Notizie dal fronte”, curato dall’Osservatorio di Pavia e presentato a metà dicembre nella Capitale. Di seguito, una sintesi di quanto emerge dallo studio nei principali ambiti presi in esame: televisione, carta stampata e social media, con un focus sulla diversa percezione degli sfollati ucraini da parte della comunità.

Telegiornali

Da gennaio a ottobre 2022, nei telegiornali del prime time delle reti generaliste Rai, Mediaset e La7, si sono rilevate 1.310 notizie dedicate al tema dell’immigrazione e delle minoranze etniche e religiose. Un calo del 14% rispetto ai primi 10 mesi del 2021 e il livello minimo di copertura raggiunto dopo il 2014.
Il declino di attenzione sembra dovuto allo stravolgimento delle agende dei Tg, a lungo dominate dalla guerra in Ucraina. Un aspetto di questa crisi, ossia il flusso di sfollati ucraini verso i Paesi europei, ha contribuito al tema immigrazione ma ha oscurato al tempo stesso, per vari mesi, gli altri volti del fenomeno migratorio che di solito alimentano le scalette dei Tg.
L’agenda della migrazione nel 2022 vede cambiamenti radicali nel peso delle varie categorie tematiche. Il tema Accoglienza tocca il massimo livello mai raggiunto (48%), mentre si ridimensionano le categorie abitualmente prevalenti, Flussi migratori (23%) e Criminalità/sicurezza (15%), toccando i loro minimi storici. La voce Società e cultura (12%) si mantiene in linea con l’anno precedente, mentre le voci Terrorismo, Economia e lavoro e Covid-19 quasi scompaiono dall’agenda, collocandosi sotto l’1%.
La causa di questo stravolgimento tematico è la trattazione del problema rifugiati in relazione alla crisi ucraina, che si è incentrata proprio sull’accoglienza. Senza queste notizie, la distribuzione accentuerebbe le tendenze degli anni precedenti: marginalità dell’Accoglienza, Flussi migratori alla guida della classifica e Criminalità prossima al livello massimo raggiunto nel 2017.
Nel 2022 si osserva un calo significativo delle notizie che contengono dichiarazioni di soggetti politici (20%, contro il 35% del 2021). I TG presentano inoltre una flessione complessiva dei toni allarmistici nelle notizie sull’ospitalità riservata agli sfollati in arrivo dall’Ucraina; notizie che testimoniano una volontà collettiva di aiuto e raccontano una macchina dell’accoglienza che funziona con efficacia. Permangono invece i toni ansiogeni nelle notizie sugli arrivi via mare estivi e autunnali e sui fatti di criminalità. Il sentimento di insicurezza verso gli immigrati, rilevato a novembre, sale di 5 punti rispetto all’anno precedente ed è pari al 32%.
La presenza in voce di persone migranti e rifugiati nei Tg, assestatasi negli ultimi anni attorno al 6-7%, balza al 21%, stabilendo un record storico. Le notizie che riguardano i flussi di sfollati ucraini presentano interviste nel 28% dei casi; le altre notizie soltanto nel 14% dei casi, che è comunque un dato in crescita rispetto al passato.

Carta stampata

Nel corso del 2022, sono 563 gli articoli sulle prime pagine dei quotidiani dedicate al tema dell’immigrazione, in ulteriore calo rispetto all’anno scorso (il 17% in meno): è il dato più basso degli ultimi 8 anni (dal 2015 al 2022).
Il tema prevalente resta quello dei flussi migratori con il 46,5% di attenzione, seguito dall’accoglienza (17,6%) e da Società e cultura (16,7%).
L’allarmismo nei titoli/articoli è legato all’enfasi posta sul binomio tra criminalità e immigrazione, alla rappresentazione di una cornice minacciosa associata all’arrivo di persone migranti, a un linguaggio concitato e sensazionalistico che suscita preoccupazione e timore. Peraltro, l’allarmismo nei titoli sulle prime pagine registra il dato più basso: nel 2022, solo il 3% dei titoli ha toni allarmistici associati alle migrazioni.
La parola simbolo del 2022 è “ucraini”; il dramma di milioni di persone in fuga dalla guerra è raccontato dai media con moderazione e valori etici, senza agitare allarmismi e sentimenti di alterità come accaduto in altri casi.
L’analisi lessicale ha restituito cinque classi semantiche che raffigurano le sfere concettuali prevalenti 1. Europa, 2. Convivenza, 3. Integrazione, 4. Traversata e 5. Criminalità.

Social media

Diversamente da quanto osservato nei titoli della stampa, l’uso del termine “clandestino” cresce nell’universo social di Facebook, forse per assenza di freni inibitori e codici deontologici, oppure per una rincorsa a popolarità e interazioni attraverso la pubblicazione di post enfatici. Esiste inoltre una singolare somiglianza dentro FB tra il mondo giornalistico e l’intero universo di pagine pubbliche, un risultato che lascia supporre un’influenza lessicale di media e giornalisti sul linguaggio diffuso tra gli utenti FB.
L’utilizzo della forma lessicale “rifugiato/profugo” nell’universo social di FB è coerente con quanto osservato nei titoli della stampa. Dentro l’universo di FB, i professionisti dell’informazione adoperano il termine in maniera similare a quanto osservato nelle altre pagine pubbliche. Anche in questo caso, l’universo lessicale proposto da professionisti dell’informazione sembra influire sul linguaggio di persone comuni dentro la sfera pubblica di FB.

Sfollati ucraini

Interessante l’analisi che emerge dal Rapporto sul diverso atteggiamento della comunità rispetto agli sfollati ucraini. Secondo i ricercatori, gli aspetti che hanno probabilmente favorito una rappresentazione/percezione benevola sono:
- la loro natura di sfollati temporanei;
- la loro composizione demografica;
- le loro caratteristiche etnico-culturali;
- una certa familiarità preesistente nei loro
confronti;
- la condivisione di un nemico comune e di
comuni obiettivi.

Rilevanti, sul piano della diversa percezione, sembrano essere anche gli aspetti che riguardano più da vicino i meccanismi di costruzione della narrazione:
- il contesto di partenza dei rifugiati, solitamente trascurato, è entrato prepotentemente nel racconto, ha assunto una sua consistenza narrativa, ha dato prospettiva e profondità alla figura del migrante;
- il racconto del viaggio migratorio non è stato episodico ma ha avuto una continuità narrativa; non è stato frammentario, ma organico; ha permesso al pubblico di familiarizzare con i suoi protagonisti e di sentirsi direttamente coinvolto nella loro vicenda umana;
- la narrazione è stata fortemente emozionale, solidale, empatica: un racconto dai toni drammatici e a tratti epici, che ha creato sentimenti di ammirazione verso il popolo ucraino, ha favorito l’immedesimazione e la comprensione verso chi decideva di partire per l’Europa;
- durante i consistenti spostamenti dei cittadini ucraini e tutta la fase degli arrivi in Italia, si è osservata una inedita unanimità di voci nella politica, ossia un’attitudine esattamente contraria rispetto a quella divisiva e conflittuale che ammanta abitualmente la tematizzazione delle migrazioni;
- una altrettanto inedita omogeneità di voci si è vista nei telegiornali, così come nei principali organi di stampa, che hanno addirittura assunto posture militanti e in molti casi si sono mobilitati direttamente in favore degli sfollati;
- non si è riscontrato alcun allarmismo mediatico sulla macchina dell’accoglienza e sulla sua capacità di far fronte a numeri che, in altre circostanze, sarebbero stati considerati ingestibili;
- il solidarismo spontaneo degli italiani è diventato a sua volta protagonista di una celebrazione quotidiana;
- le voci degli sfollati hanno avuto accesso al 28% dei servizi dedicati alla questione e tutti i notiziari si sono contesi le loro testimonianze. I ritratti di queste persone sono emersi piuttosto variegati, diversificati, hanno valorizzato il loro dinamismo e la loro progettualità.

Questo nuovo modo di raccontare l’immigrazione – affermano i ricercatori – non sembra aver avuto effetti sulla rappresentazione degli “altri” migranti. Dopo l’allentarsi dell’attenzione sulla questione degli sfollati ucraini, l’informazione sull’immigrazione sembra essersi riassestata in fretta sugli abituali stilemi: l’episodicità, l’allarmismo, la controversialità, l’interferenza della politica, la debole attenzione riservata ai contesti di arrivo dei migranti e alle loro voci.

Per approfondire: Decimo Rapporto dell'Associazione Carta di Roma

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Pubblicato il: Venerdì, 16 Dicembre 2022 - Ultima modifica: Sabato, 17 Dicembre 2022

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