22/09/2014
Il viaggio verso un futuro migliore ha radici profonde nel continente africanoMare Nostrum, centinaia di migranti salvati nel fine settimana
Sono diverse centinaia le persone strappate nello scorso fine settimana dalle acque del Mediterraneo nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum. Diversi mezzi della Marina Militare sono intervenuti in soccorso di imbarcazioni precarie (barconi o gommoni) provenienti dalle coste del Nordafrica sulle quali viaggiavano, come le cronache ci hanno spesso raccontato, anche donne e bambini. Solo nella giornata di ieri (21/9/2014) sono state tratte in salvo 590 persone; fra loro anche una donna in gravidanza.
L'operazione militare e umanitaria può contare anche sul supporto occasionale di navi mercantili, come avvenuto in questi giorni nello Stretto di Sicilia. A volte gli interventi avvengono imbarcando i migranti direttamente dai mezzi di fortuna; altre volte il salvataggio avviene, in condizioni più drammatiche, quando i barconi o i gommoni sono già capovolti o affondati; in altri casi si tratta di spostamenti da navi mercantili ai mezzi (navi, motovedette, elicotteri) della Marina.
Ma i cosiddetti “viaggi della speranza” non partono dal Nordafrica. Il cammino verso un futuro migliore, lontano da guerre, violenze e persecuzioni ha radici ben più profonde nel continente africano. Come
il Cinformi ha raccontato nei giorni scorsi
(riportando una ricerca a cura del network Global Initiative against Transnational Organized Crime), vi sono diverse rotte migratorie. Una è rappresentata dal percorso occidentale, che vede come paesi di partenza il Mali, il Gambia e il Senegal. Il sentiero occidentale incrocia spesso il sentiero centrale, nel Sahel. I paesi di partenza in questo caso sono la Nigeria, il Ghana e il Niger. Infine, c’è il sentiero orientale, che vede come paesi di origine la Somalia, l’Eritrea e il Darfur nel Sud Sudan, le cui rotte tendono a tagliare a nord attraverso il Sudan e l’Egitto per poi proseguire lungo la costa settentrionale dell’Africa. I migranti che percorrono questa rotta arrivano dall’Egitto e dal Corno d’Africa, essenzialmente Somalia ed Eritrea, dove seguono il sentiero che conduce a ovest per sfuggire all’instabilità politica ed economica dell’area.
Ogni migrante porta con sé sogni e speranze, tra i quali, ai primi posti, vivere serenamente con la propria famiglia. Lo testimoniano le toccanti lettere recuperate talvolta assieme ai corpi delle persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo, delle quali
dà notizia la Repubblica
. Messaggi che raccontano di una possibile nuova vita, messaggi di conforto a chi ha dovuto restare in patria e, in alcuni casi, messaggi che suonano come un testamento preventivo, nella drammatica consapevolezza di affrontare un viaggio verso l'ignoto.