Vai menu di sezione

Lotta al lavoro nero e all'illegalità

24/02/2009

Gli Stati membri dell'Ue dovranno adottare le misure necessarie affinché “i datori di lavoro che impiegano manodopera non comunitaria illegale siano passibili di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive”.

Gli Stati membri dell'Ue dovranno adottare le misure necessarie affinché “i datori di lavoro che impiegano manodopera non comunitaria illegale siano passibili di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive”. E' quanto prevede una direttiva approvata recentemente dal Parlamento europeo. Per scoraggiare l’impiego di immigrati clandestini sono stati previsti tre tipi di sanzione: una finanziaria, che aumenta a seconda del numero di cittadini di Paesi terzi impiegati illegalmente con il pagamento dei relativi costi di rimpatrio; una amministrativa (ritiro della licenza di esercizio) e, per alcuni casi estremamente gravi come l’impiego di minori, anche una sanzione penale. La direttiva Ue, che completa il quadro legislativo composto dalle norme sui rimpatri e sulla “Carta blu” (permessi temporanei per l'immigrazione di lavoratori qualificati), sarà applicabile 24 mesi dopo la data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. La direttiva impegna anche gli Stati membri a obbligare i datori di lavoro a chiedere ai cittadini di Paesi terzi, prima di assumerli, di presentare il permesso di soggiorno o altra autorizzazione al soggiorno, nonché a tenere o registrare una copia di tali documenti almeno per la durata del periodo di lavoro per poterli esibire durante le eventuali ispezioni delle autorità competenti nazionali.

torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Domenica, 02 Agosto 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

Valuta questo sito

torna all'inizio del contenuto