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Lavoratori immigrati in aumento

08/09/2014

Dal 2007 al 2013 il numero dei cittadini immigrati occupati in Italia è aumentato di 853mila unità

Il fenomeno dell’immigrazione in Italia durante gli anni della crisi ha nel lavoro il suo riferimento principale e costituisce un dato strutturale rispetto alla composizione economica e sociale del paese. E’ quanto emerge dal IV Rapporto sul mercato del lavoro degli immigrati in Italia curato dal ministero del Lavoro. Il rapporto mostra un quadro in cui la presenza del lavoro degli immigrati, nonostante la crisi, è aumentata. L’analisi riguarda sia gli immigrati comunitari sia quelli non comunitari, due realtà che, secondo il rapporto, rappresentano situazioni diverse, con comportamenti tra loro ben distinti.
Per esempio gli immigrati comunitari provenienti dall’est Europa presentano una minore propensione ai ricongiungimenti famigliari, una maggiore partecipazione delle donne alle attività lavorative ed un più alto tasso di occupazione. Gli immigrati non comunitari hanno invece una preponderante componente maschile negli occupati ed una maggiore presenza di ricongiungimenti familiari, a dimostrazione – afferma il rapporto – di come si tratti in questo caso di un fenomeno di immigrazione che comporta un cambiamento di vita e di nazione, non solo di lavoro.
Dal 2007 al 2013 il numero degli immigrati occupati in Italia è aumentato di 853mila unità, mentre l’occupazione degli italiani è nello stesso tempo diminuita di un milione e seicentomila unità. Il dato complessivo percentuale vede oggi gli immigrati di origine straniera costituire quasi l’undici per cento degli occupati italiani, con percentuali varie a seconda dei settori. Ad esempio, quasi il venti per cento degli addetti nel settore delle costruzioni è immigrato, come più dell’ottanta per cento delle persone addette a lavori di cura o domestici in Italia. Si tratta – afferma il rapporto – di una occupazione tendenzialmente di basso livello, in cui prevale il lavoro manuale non qualificato. Inoltre il rapporto rileva che anche nel caso di immigrati scolarizzati o laureati le aziende italiane preferiscono assumere personale italiano.
Per quanto riguarda le giovani generazioni, dal 2007 il numero degli under trenta occupati italiani è diminuito di circa un milione e duecentomila unità, mentre quello degli under trenta immigrati è nello stesso periodo aumentato di circa 63mila unità. “Un fenomeno – sostiene il rapporto – che mostra come la crisi non abbia comportato la scelta delle imprese italiane di investire in innovazione e profili medio alti, ma di continuare a ricercare manodopera di bassa qualifica e a basso costo”.
L’alta partecipazione degli immigrati al mercato del lavoro è dimostrata anche dal dato familiare, in quanto mentre quasi il 60 per cento delle famiglie italiane ha al proprio interno almeno un lavoratore, questo dato cresce fino all'82 per cento nel caso di famiglie costituite solo da cittadini immigrati. Ciò comporta, di conseguenza, il fatto che l’esposizione alla disoccupazione delle famiglie di stranieri in Italia è quasi doppia rispetto a quella delle famiglie italiane: il 24 per cento delle famiglie immigrate è colpita dalla perdita dell’occupazione di almeno un componente, contro il 15 per cento delle famiglie italiane.

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Pubblicato il: Lunedì, 08 Settembre 2014 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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