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La discriminazione corre sul web

10/07/2017

L’Unar ha ampliato dal 2016 le attività di monitoraggio comprendendo social network e social media

Nel 2016 l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del Dipartimento pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, Unar, ha aperto 2.939 istruttorie di cui 2.652 sono risultate pertinenti. Il 69% riguarda fatti discriminatori per motivi etnico-razziali, di cui il 17% relativi a eventi riguardanti la comunità Rom, Sinti e Caminanti. Il 9% di discriminazioni è per motivi religiosi o per convinzioni personali. In merito agli altri fattori, il 16% ha riguardato comportamenti discriminatori legati alla disabilità, il 9% l’orientamento sessuale e l’identità di genere e il 5% l’età. Per quanto riguarda il contrasto al discorso d’odio online, il cosiddetto “hate speech”, sono circa 2.100.000 i contenuti potenzialmente discriminatori ogni anno rilevati dall’Unar in Italia.
Attraverso il proprio Osservatorio nazionale, l’Unar ha ampliato dal 2016 le attività di monitoraggio già presenti sui media tradizionali, ponendosi l’obiettivo di ricercare, monitorare ed analizzare quotidianamente i contenuti potenzialmente discriminatori provenienti dai principali social network (Fb,Twitter, GooglePlus, Youtube) e social media (articoli di giornale online, blog e relativi commenti, siti di “fake news”).

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Pubblicato il: Lunedì, 10 Luglio 2017 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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