18/07/2013
Il Trentino-Alto Adige è la regione dove lavora il maggior numero di lavoratori stagionali non comunitariL’occupazione immigrata nel 2012
La popolazione straniera in età da lavoro (di 15 anni ed oltre), nel 2012 è composta da 1,2 milioni di cittadini di provenienza dall’Unione europea e da 2,7 milioni dai Paesi non comunitari. Circa 2 milioni e 334 mila stranieri hanno un lavoro. Rispetto all’anno precedente, si è registrata una crescita dell’occupazione straniera di circa 82 mila persone. La crescita dell’occupazione straniera ha interessato la componente UE (+3,9%) e quella non comunitaria (+3,6%). Tra il 2011 ed i 2012 si registra una netta diminuzione degli occupati stranieri nell’industria in senso stretto e nelle costruzioni, mentre cresce l’occupazione straniera nei servizi. E’ quanto emerge dal Terzo Rapporto annuale “Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia”, a cura della direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione.
La maggiore concentrazione di lavoratori stranieri si evidenzia nell’industria, dove sono occupati 520mila lavoratori non comunitari e 250mila comunitari. Il terziario fa registrare, nell’ultimo anno, un incremento dell’occupazione straniera superiore al 6%. Si assiste anche ad una crescita degli occupati stranieri in agricoltura con 11 mila nuovi lavoratori stranieri, dei quali poco più di 8 mila sono comunitari (+ 21%).
I lavoratori dipendenti stagionali non comunitari erano, nel 2012, 16.722, pari al 10,3% dei complessivi 161.848 stagionali; tale incidenza è massima per i maschi del Nord-Ovest (17,3%).
La regione dove lavora il maggior numero di lavoratori stagionali è il Trentino-Alto Adige, sia per i lavoratori stagionali nel complesso (20,6% nel 2012), sia con riferimento ai soli non comunitari (23,8% nel 2012). I lavoratori stagionali non comunitari provengono in maggior parte da Albania, Marocco, Ucraina e Moldavia.
Per quanto attiene i lavoratori domestici, nel 2012 quasi metà dei lavoratori domestici è un persona non comunitaria. Sono difatti 467.565 su un totale di 982.975. Tale percentuale è in lieve flessione rispetto a quella del 2010 e del 2011, in cui rispettivamente si riscontra il 56,4% e il 53,3% dei lavoratori non comunitari sul totale. Oltre il 60% dei lavoratori domestici sono provenienti da cinque paesi: l’Ucraina (22,9%), le Filippine (14,9%), la Moldavia (11,4%), il Perù (7,4%) e lo Sri Lanka (5,8%).
I lavoratori non comunitari autonomi registrati nel 2012 rappresentano il 6,3% del totale degli artigiani, ovvero 119.803 lavoratori su un totale di 1.907.081 iscritti, in leggera crescita sia rispetto al 2011 (6%) che al 2010 (5,7%). La maggior parte dei lavoratori non comunitari ha la propria sede ubicata nelle regioni del Nord (39,8% nel Nord-Ovest e 32,4% nel Nord-Est), mentre per il complesso degli artigiani la prevalenza al Nord è meno netta (56,4%) Al Centro sono localizzate il 24,3% delle aziende artigiane di lavoratori non comunitari (contro il 20,7% del complesso), mentre è esigua la percentuale con sede al Sud e nelle Isole (3,5% contro il 22,3% del totale degli artigiani). La regione con la massima prevalenza di artigiani immigrati è la Lombardia (24,9%), seguita dall'Emilia Romagna (17,3%) e dalla Toscana (14%).