Vai menu di sezione

L'immigrazione nell'area Ocse

17/06/2013

L’immigrazione contribuisce al 40% della crescita totale della popolazione per il periodo 2001-2011

Secondo il nuovo rapporto dell’Ocse i flussi migratori iniziano a risalire - dopo tre anni di continuo calo durante la crisi - guidati in gran parte dalle persone che si spostano all'interno dell'Unione europea. Ma le prospettive di lavoro per gli immigrati sono peggiorate, con circa uno su due immigrati disoccupati in Europa ancora in cerca di lavoro. L’International Migration Outlook 2013 sostiene che il fenomeno migratorio nei Paesi dell'Ocse è aumentato del 2% nel 2011 rispetto all'anno precedente, per raggiungere quasi 4 milioni di persone. La migrazione temporanea per motivi di lavoro ha registrato in sostanza gli stessi livelli rispetto al 2010, con un po’ meno di due milioni d’immigrati nei Paesi di accoglienza.
I giovani immigrati e i meno qualificati sono stati particolarmente colpiti dalla crisi, sostiene il rapporto, mentre le donne e i migranti molto qualificati hanno subito le conseguenze della crisi in misura più contenuta. L’impatto più forte della crisi ha colpito gli immigrati provenienti dall’America Latina e dall’Africa del Nord. Per esempio, in Europa, gli immigrati che provengono dall’Africa del Nord hanno dovuto affrontare livelli record di disoccupazione e nel 2012 hanno registrato un tasso di disoccupazione del 26,6 %.
Fra gli altri dati offerti dallo studio, l’immigrazione contribuisce al 40% della crescita totale della popolazione nell’area dell’Ocse per il periodo 2001-2011, mentre il numero di richiedenti asilo è aumentato di oltre il 20% nel 2011 e dell’8% nel 2012.

torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Lunedì, 17 Giugno 2013 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

Valuta questo sito

torna all'inizio del contenuto