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L'immigrazione al tempo della crisi

01/10/2013

Un’indagine analizza l’impatto della crisi sulle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini immigrati

In Italia gli immigrati oggi producono oltre il 10% del PIL, contribuiscono a sostenere il welfare, in particolare in campo previdenziale e offrono un decisivo contributo al “recupero” demografico. E’ quanto evidenzia un’indagine che analizza l’impatto della crisi sulle condizioni di vita e di lavoro degli immigrati realizzata dall'Associazione Bruno Trentin-Isf-Ires della Cgil.
Lo studio ha preso in esame un campione di oltre mille immigrati provenienti da diverse aree del mondo in 10 regioni del nord, centro e sud Italia. Emerge ancora un lavoro immigrato dequalificato, in cui non c’è quasi mai progressione di carriera e che rimane fortemente confinato nei settori a minor valore aggiunto.
La crisi ha colpito l’occupazione, le retribuzioni e le condizioni di lavoro. Aumentano gli orari ma diminuiscono le giornate lavorative, aumentano il lavoro nero, le forme di falso part time e il falso lavoro autonomo. Secondo la ricerca, 4 immigrati su 10 pensano di intraprendere un nuovo percorso migratorio in un altro Paese. Secondo la ricerca la riduzione delle rimesse, i mancati ricongiungimenti familiari, i parenti più stretti che sono costretti a emigrare di nuovo, i ragazzi in età scolare obbligati ad abbandonare il proprio percorso formativo per sostenere il reddito familiare sono elementi che destabilizzano la vita degli immigrati e quella delle loro famiglie, sia che vivano in Italia, sia che vivano nei Paesi d’origine.

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Pubblicato il: Mercoledì, 02 Ottobre 2013 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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