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“L'equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile”

31/12/2016

“Un nemico insidioso della convivenza è l'odio come strumento di lotta politica”

“L'equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile”. È uno dei passaggi in materia di immigrazione del discorso di fine anno alla nazione pronunciato al Quirinale il 31 dicembre 2016 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La strettissima attualità del fenomeno migratorio ha trovato quindi posto anche nel messaggio di fine 2016 del Capo dello Stato. Mattarella ha parlato anche di convivenza, sottolineando che “un nemico insidioso (della convivenza) è l'odio come strumento di lotta politica". Dal presidente è arrivato anche un invito a non sottovalutare le preoccupazioni dei cittadini, alimentate dal terrorismo internazionale. “Sarebbe un grave errore – ha detto Mattarella – sottovalutare le ansie diffuse nella società. Il senso di insicurezza non va alimentato ma nemmeno sottovalutato”. Infine, un accenno alla ripartizione dei profughi nel contesto dell’Unione Europea e alla questione rimpatri.
Più in generale, Mattarella ha affermato con forza che il problema numero uno nel Paese è il lavoro. Ecco le parti del discorso di Mattarella dedicata al tema immigrazione:

“Sarebbe un grave errore sottovalutare le ansie diffuse nella società. Dopo l’esplosione del terrorismo internazionale di matrice islamista, la presenza di numerosi migranti sul nostro territorio ha accresciuto un senso di insicurezza. E’ uno stato d’animo che non va alimentato, diffondendo allarmi ingiustificati. Ma non va neppure sottovalutato. Non rendersi conto dei disagi e dei problemi causati alla popolazione significa non fare un buon servizio alla causa dell’accoglienza. L’equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte. … Vi è un altro insidioso nemico della convivenza, su cui, in tutto il mondo, ci si sta interrogando. Non è un fenomeno nuovo, ma è in preoccupante ascesa: quello dell’odio come strumento di lotta politica. L’odio e la violenza verbale, quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola. Una società divisa, rissosa e in preda al risentimento, smarrisce il senso di comune appartenenza, distrugge i legami, minaccia la sua stessa sopravvivenza. Tutti, particolarmente chi ha più responsabilità, devono opporsi a questa deriva. … Quei giovani capiscono che le scelte del nostro tempo si affrontano meglio insieme. Comprendono, ancor di più, il valore della pacifica integrazione europea di fronte alla tragedia dei bambini di Aleppo, alle migliaia di persone annegate nel Mediterraneo e alle tante guerre in atto nel mondo. E non accettano che l'Europa, contraddicendosi, si mostri divisa e inerte, come avviene per l'immigrazione. Dall'Unione ci attendiamo gesti di concreta solidarietà sul problema della ripartizione dei profughi e della gestione, dignitosa, dei rimpatri di coloro che non hanno diritto all'asilo.”

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Pubblicato il: Sabato, 31 Dicembre 2016 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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