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L'accesso alla sanità degli immigrati irregolari

31/10/2008

In questi giorni è in discussione al Senato un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza che abroga il comma 5 dell’articolo 35 del decreto legislativo 286 del 1998...

In questi giorni è in discussione al Senato un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza che abroga il comma 5 dell’articolo 35 del decreto legislativo 286 del 1998 (Testo unico sull’immigrazione) che stabilisce che “l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”. Rispetto a questa disposizione, la Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm) ha affermato in un appello diffuso recentemente che “la logica della norma non è solo quella di 'aiutare/curare l’immigrato irregolare' ma in particolare di tutelare la collettività come prevede l’articolo 32 della Costituzione; il rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria, creerebbe - prosegue l'appello - una barriera insormontabile per l’accesso e spingerebbe ad una 'clandestinità sanitaria' pericolosa per l’individuo ma anche per la popolazione laddove possano esserci malattie trasmissibili”. “L’effetto della cancellazione del comma 5 del TU sull’immigrazione – si afferma inoltre nell’appello – distruggerebbe il lavoro fatto negli ultimi 13 anni che ha prodotto importanti successi nell’ambito sanitario tra gli immigrati, testimoniato ad esempio dalla riduzione dei tassi di aids, dalla stabilizzazione di quelli relativi alla tubercolosi, etc. E tutto questo - prosegue l'appello - con evidente effetto sul contenimento dei costi in quanto l’utilizzo tempestivo e appropriato dei servizi (quando non sia impedito da problemi di accessibilità) si dimostra non solo più efficace, ma anche più 'efficiente' in termini di economia sanitaria". "Inoltre - secondo la Simm - tante associazioni (come il Gris Trentino onlus che sostiene l'appello, ndr) hanno espresso la loro preoccupazione sull'intenzione, contenuta nell’emendamento, di legare la segnalazione all’autorità competente anche all'impossibilità dello straniero irregolare di partecipare alle spese per la prestazione sanitaria ricevuta, danneggiando, anche in questo caso, il principio costituzionale per cui la Repubblica 'garantisce cure gratuite agli indigenti'. Il timore è che venga peggiorato il processo di esclusione sociale ai danni di queste persone, con il rischio che diventino così ancora più vulnerabili”.

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Pubblicato il: Martedì, 23 Dicembre 2008 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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