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L'abbraccio dei “nuovi trentini”

21/11/2009

Il presidente della Provincia autonoma di Trento agli immigrati: "democrazia e apertura vera sono nel DNA dei trentini"

Il Trentino vede nell'immigrazione un'opportunità, una nuova ricchezza culturale da valorizzare in un'ottica di evoluzione della propria identità e con il senso di responsabilità che deriva dalla speciale Autonomia. Un messaggio chiaro, rivolto dal presidente della Provincia Lorenzo Dellai direttamente ai cittadini immigrati, alle associazioni dei “nuovi trentini” che nel tardo pomeriggio di ieri hanno incontrato, presso la sede della Federazione provinciale Allevatori, l'assessore alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e il Presidente della Giunta. Una nuova opportunità di incontro promossa dall'assessorato attraverso il Centro informativo per l'immigrazione Cinformi nell'ambito di una due giorni di incontro a approfondimento iniziata con la presentazione del Rapporto 2009 sull'immigrazione in Trentino e terminata col concerto del chitarrista italo-americano Anthony Mazzella alla Sala Filarmonica di Rovereto. Lo stesso Mazzella, la cui famiglia ha provato l'esperienza migratoria negli Stati Uniti, ha aperto con un momento musicale, dopo gli onori di casa del Presidente Silvano Rauzi, l'incontro alla Federazione Allevatori. L'appuntamento è stato organizzato nell'ambito degli interventi del Piano Convivenza approvato dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessore Giovanazzi Beltrami. Proprio con la parola “Convivenza” - ha affermato l'assessore – dobbiamo superare il termine “integrazione”, ripensando più in generale tutto il lessico che descrive l'immigrazione. Ma una visione a 360 gradi del fenomeno non può prescindere anche da una risposta efficace alle questioni pratiche e burocratiche poste dall'immigrazione, come quella di stretta attualità della regolarizzazione di colf e badanti. In tempi brevi – ha detto in tal senso l'assessore Giovanazzi Beltrami – 1170 domande di regolarizzazione avranno una risposta. La parola poi ai cittadini immigrati che vivono in Trentino. Un universo di culture, tradizioni e diverse sensibilità espresso dalle parole dei rappresentanti di una cinquantina di associazioni. Negli interventi, carichi di emozione, la riconoscenza per la disponibilità delle autorità provinciali al dialogo e per aver adottato la strada del confronto, per aver favorito la reciproca conoscenza fra trentini e nuovi trentini e per aver risposto, attraverso il Cinformi, alle tante problematiche che il percorso migratorio comporta. Certamente vi sono delle criticità sulle quali intervenire, ma il modello di accoglienza del Trentino – hanno detto i cittadini immigrati – è invidiato dagli stranieri che vivono altrove. L'ente pubblico sta facendo moltissimo in tema di immigrazione, ha aggiunto don Beppino Caldera della Pastorale delle Migrazioni della Diocesi di Trento, ma è importante che le associazioni di immigrati partecipino al sociale, ad esempio nel volontariato. Ai tanti spunti emersi nel corso dell'incontro è seguita la risposta del Presidente della Provincia. Ecco una sintesi dell'intervento di Lorenzo Dellai:

Vorrei che l'incontro di oggi fosse l'inizio di un costante dialogo e confronto, perché sento l'esigenza di fare il punto della situazione periodicamente con voi. Il clima che caratterizza l'incontro di oggi è il terreno ideale di incontro sul quale le diverse culture e sensibilità possono confrontarsi. Il Trentino è molto orgoglioso della propria Autonomia, un'Autonomia che significa responsabilità, conoscenza della propria storia. Nella consapevolezza di questa identità che sta dietro la nostra Autonomia noi vogliamo però evitare il rischio di rinchiuderci. Dobbiamo invece capire che la nostra Autonomia, la nostra identità cambia con il tempo e si arricchisce con le nuove culture, con i nuovi trentini. Dietro alle leggi e alle decisioni importanti c'è sempre una visione del mondo e delle cose: quindi per noi essere autonomi significa adottare questa visione di apertura e di evoluzione della nostra identità. Di qui l'importanza del confronto, della reciproca disponibilità a capirsi. Dobbiamo lavorare per una società coesa e la sfida è fare coesione proprio fra chi è diverso. La nostra speranza è che i valori civili fondamentali della storia e dell'Autonomia trentina possano essere condivisi e possano essere un punto di riferimento per tutti. Sono convinto che è questo il solco che il Trentino ha deciso di percorrere e credo che questi valori siano condivisi dalla comunità e siano più forti della cattiva politica. Democrazia e apertura vera sono nel DNA dei trentini. Ci possono essere da parte della comunità dei passi falsi, degli errori; siamo in cammino, trentini nati qui e nuovi trentini. I problemi non vanno nascosti né esasperati, ma la strada di responsabilità che abbiamo intrapreso è quella giusta. Il principio della cocittadinanza citato dai rappresentanti delle associazioni di immigrati è anche nel cuore del sistema educativo della scuola trentina. Sul fronte della solidarietà, certamente non dobbiamo dimenticare i Paesi in difficoltà da cui spesso provengono i cittadini immigrati e nel nostro piccolo possiamo dare dei segnali importanti. In chiusura voglio ribadire che siamo davvero sulla buona strada. L'Autonomia ci comporta una maggiore responsabilità e una visione lungimirante. Particolarmente importante è anche l'impegno nel campo della comunicazione, per stimolare l'attenzione della comunità. Ma importante è anche l'attività associativa di voi nuovi trentini. L'associazionismo può essere la base di partenza per entrare a fare pienamente parte della rete sociale, associativa e del volontariato del Trentino.

In serata, il concerto di Anthony Mazzella alla Sala Filarmonica di Rovereto, particolarmente applaudito da un folto pubblico incantato da questo vero e proprio virtuoso della chitarra definito dalla stampa specializzata come uno tra i migliori chitarristi degli Stati Uniti. Quasi due ore di concerto con brani tratti dall'ultimo CD di Mazzella. Dalle corde della sua chitarra atmosfere e sonorità da tutto il mondo per affermare che anche con la musica si possono superare le barriere.

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Pubblicato il: Sabato, 21 Novembre 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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