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Italia, futuro a colori

28/12/2011

Le previsioni fino al 2065 dicono che saranno i nuovi italiani a impedire lo spopolamento del Paese

L'Italia del futuro sarà sempre più a colori, stando almeno alle previsioni dell'Istat. L'Istituto nazionale di statistica ha presentato i dati di previsione dell'andamento demografico del Paese, arrivando a toccare, con un significativo balzo in avanti, l'anno 2065. Analizzando i risultati dello studio, emerge che il contributo dei cittadini immigrati sarà fondamentale nel contrastare il calo demografico del Paese.

Lo scenario generale
Nel 2065 la popolazione residente in Italia attesa è pari a 61,3 milioni (scenario centrale). Tenendo conto – afferma l'Istat – della variabilità associata agli eventi demografici, la stima della popolazione oscilla da un minimo di 53,4 milioni ad un massimo di 69,1 milioni. L'evoluzione della popolazione attesa nello scenario centrale è il risultato congiunto di una dinamica naturale negativa per 11,5 milioni (28,5 milioni di nascite contro 40 milioni di decessi) e di una dinamica migratoria positiva per 12 milioni (17,9 milioni di ingressi contro 5,9 milioni di uscite).

Il contributo dei nuovi italiani
Sulla base delle ipotesi concernenti i movimenti migratori con l’estero e sulla base di un comportamento riproduttivo superiore a quello della popolazione di cittadinanza italiana – afferma l'Istat – si prevede che l’ammontare della popolazione residente straniera possa aumentare considerevolmente nell’arco di previsione: da 4,6 milioni nel 2011 a 14,1 milioni nel 2065, con una forbice compresa tra i 12,6 ed i 15,5 milioni.

Sempre meno giovani
La popolazione è destinata ad invecchiare gradualmente. Nello scenario centrale l'età media aumenta da 43,5 anni nel 2011 fino ad un massimo di 49,8 anni nel 2059. Dopo tale anno l'età media si stabilizza sul valore di 49,7 anni, a indicare una presumibile conclusione del processo di invecchiamento della popolazione. Particolarmente accentuato è l'aumento del numero di anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3% del totale, nello scenario centrale aumentano fino al 2043, anno in cui oltrepassano il 32%. Dopo tale anno, tuttavia, la quota di ultra 65enni si consolida intorno al valore del 32-33%, con un massimo del 33,2% nel 2056.

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Pubblicato il: Mercoledì, 28 Dicembre 2011 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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