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In calo le rimesse degli immigrati

26/05/2015

Nel 2014 sono stati inviati all’estero 5,3 miliardi di euro, il 3,2% in meno rispetto all’anno precedente

Continuano a calare le rimesse dei cittadini immigrati che vivono in Italia. Nel 2014 sono stati inviati all’estero 5,3 miliardi di euro, il 3,2% in meno rispetto all’anno precedente. Il calo sarebbe da attribuire all'aumento della disoccupazione e della precarietà lavorativa, nonché all'aumento dei trasferimenti di residenza verso l’estero. I dati emergono da uno studio pubblicato dalla Fondazione Ismu, “Le rimesse degli immigrati”, realizzato elaborando dati forniti da Banca d’Italia, Istat e World Bank. Secondo la ricerca, il flusso di denaro inviato dall'Italia verso l’estero tramite i canali formali rilevato dalla Banca d’Italia è in forte crescita tra il 2005 e il 2011 – da 3,9 a 7,4 miliardi di euro – ma con il perdurare della crisi si è registrata una diminuzione delle rimesse a partire dal 2012 (6,6 miliardi). Con il brusco calo verificatosi nel 2013 – quasi un quinto in meno di denaro inviato all’estero rispetto all’anno precedente – sembra quindi avviata una fase di decrescita e rallentamento dell’ammontare delle rimesse verso i paesi di origine dei migranti presenti in Italia. In totale, dal 2005 al 2014, le rimesse dei lavoratori stranieri in Italia verso i loro paesi di origine hanno raggiunto la cifra di quasi 60 miliardi di euro (per la precisione 59 miliardi e 266 milioni).
Un quinto delle rimesse proviene dalla Lombardia, regione che detiene il primato con oltre 1,1 miliardi di euro inviato all’estero. Tre soli territori regionali, Lombardia, Lazio e Toscana, rappresentano oltre il 50% del volume di rimesse totale in uscita dall'Italia. Per quanto riguarda i paesi di destinazione, la Cina, che per anni è stato il primo paese per rimesse ricevute dall’Italia (con oltre un quarto del denaro in uscita e punte del 39% del 2012), per la prima volta nel 2014 è stata superata dalla Romania (876 milioni di euro). Nell’ultimo anno la Cina ha ricevuto 819 milioni di euro dall’Italia, con un calo del 25% rispetto al 2013. Aumentano invece altri Paesi dell’Asia meridionale come Pakistan (+18,4%) e Sri Lanka (+10,9%) e aumenta nell’Europa dell’Est la Moldavia (+12%).
Rapportando il volume delle rimesse alla popolazione straniera residente (minori compresi), si osserva che mediamente nel 2014 ogni cittadino straniero ha inviato al paese di origine 1.084 euro. Le rimesse pro-capite variano molto in relazione ai paesi di destinazione: si registrano un valore minimo di 250 euro inviati da un cittadino albanese e un valore massimo di 3.700 euro pro-capite destinati alla Repubblica Dominicana. Sono consistenti le cifre inviate mediamente da ciascun cittadino asiatico (2-3 mila euro), mentre più basso è l’importo pro-capite inviato nei paesi dell’Europa dell’Est (6-700 euro). La spiegazione delle differenze tra le nazionalità, secondo lo studio pubblicato dalla Fondazione Ismu, è dovuta, oltre che alla situazione economica dei diversi paesi di origine, anche a un insieme di caratteristiche che definiscono il tipo di insediamento dei migranti sul territorio italiano: la composizione familiare, i progetti migratori nonché la condizione rispetto al soggiorno e la vicinanza ai paesi di origine.
Lo studio evidenzia infine che le rimesse degli immigrati rappresentano uno dei flussi finanziari più importanti per i paesi in via di sviluppo: contribuiscono a migliorare le condizioni di vita delle famiglie che vivono in contesti di povertà favorendo lo sviluppo delle economie più arretrate e hanno un impatto immediato arrivando direttamente alle famiglie.

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Pubblicato il: Martedì, 26 Maggio 2015 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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