19/07/2016
Nel 2014 le imprese condotte da lavoratori immigrati hanno superato il mezzo milione di unitàImprese degli immigrati, anticipazioni 2015
Continua la crescita delle imprese condotte da lavoratori immigrati, ovvero quelle in cui il titolare, nel caso delle ditte individuali, o la maggioranza dei soci e degli amministratori sono nati all’estero. Dopo un aumento di oltre 43mila unità tra il 2011 e il 2013, ovvero del 9,5%, nel 2014 i dati Unioncamere/Infocamere attestano quasi 28mila imprese in più, cioè il 5,6%, rispetto all’anno precedente. Nel 2014 si registrano in Italia 524.674 imprese di immigrati, l’8,7% del totale di 6.041.187 imprese italiane. Queste le anticipazioni del Rapporto immigrazione e imprenditoria 2015 che il Centro studi e ricerche Idos sta curando con il supporto della Confederazione nazionale artigianato e piccola e media impresa e di MoneyGram.
Secondo le anticipazioni, anche nel 2014 la crescente diffusione dell’iniziativa imprenditoriale immigrata contribuisce a bilanciare la lieve ma progressiva contrazione della base imprenditoriale autoctona, duramente provata dalla crisi. Infatti, il saldo positivo tra tutte le imprese iscritte e quelle cancellate dai registri camerali nel corso dell’anno, il migliore dal 2010, si lega in larga parte proprio alle attività guidate da cittadini nati all’estero che hanno inciso per quasi un quinto sull’insieme delle iscrizioni (18,1%) e per poco più di un decimo su quello delle cancellazioni (10,9%). Inoltre, rispetto al 2013 le nuove iscrizioni sono aumentate di 4.268 unità nel caso delle imprese a guida immigrata (+6,8% sul 2013) e diminuite di 17.772 (-5,5%) nel caso di quelle avviate da nati in Italia.
A trainare la crescita delle attività imprenditoriali dei migranti è il settore dei servizi – che con 22mila imprese in più rispetto al 2013 (+7,5%) copre l’80% dell’intera crescita annuale – e, al suo interno, il comparto commerciale (+13mila e +7,3%), quello del noleggio, le agenzie di viaggio e i servizi alle imprese (+3.500) e le attività di alloggio e ristorazione (+2.900 e +8,1%).
Il commercio (oltre 188mila imprese registrate alla fine del 2014, il 35,8% del totale), insieme all’edilizia (quasi 128mila, 24,3%), continua a rappresentare il principale ambito di attività. È però nel comparto del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi alle imprese che, per la prima volta nel 2014, si registra la più alta incidenza delle imprese a conduzione immigrata sul totale: 15,4%, un valore quasi doppio rispetto alla media (8,7%) e superiore anche a quello proprio dell’edilizia (14,8%). Vale a dire che oggi, in Italia, oltre una impresa ogni 7 di quelle operanti nei due comparti è gestita da lavoratori immigrati. Nel commercio lo stesso rapporto è di una ogni 8, tra le attività di alloggio e ristorazione di una ogni 11.
Sempre più spesso, inoltre, anche i migranti avviano forme d’impresa più complesse e strutturate sotto l’aspetto societario: se è vero, infatti, che in 8 casi su 10 le attività da loro controllate sono costituite come imprese individuali, a crescere in termini relativi sono soprattutto le società di capitali (+14,5% sul 2013), che alla fine del 2014 coprono oltre un decimo del totale (10,8%). Per quanto riguarda la provenienza degli imprenditori immigrati, a distinguersi per il maggior numero di cariche imprenditoriali all’interno delle imprese individuali continuano ad essere i marocchini, cui si riconduce oltre un settimo (15,2%) delle cariche (complessivamente 427mila), tradizionalmente concentrati nel commercio (74,1%). Seguono, con una quota analoga e pari a un nono del totale, i cinesi e i romeni (11,2% ciascuno): i primi distribuiti soprattutto tra il comparto commerciale (40,9%), quello manifatturiero (34,9%) e i servizi di alloggio e ristorazione (12,1%), i secondi fortemente concentrati nell’edilizia (66,5%). Più accentuati ritmi d’aumento si notano, invece, nel caso dei bangladesi, che, continuando il trend positivo dell’ultimo quinquennio, nel 2014 hanno fatto registrare una crescita di oltre un quarto delle cariche loro intestate nell’ambito di imprese individuali (+28,3%, ovvero quasi 6mila titoli in più). Notevole è stato anche l’aumento dei pakistani e dei nigeriani (rispettivamente +19,9% e +19,1%).