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Immigrazione, toscana e marche "bacchettate"

21/07/2009

Due leggi in materia di sostegno e integrazione di cittadini stranieri, una della Regione Marche e una della Regione Toscana, sono state impugnate dal Consiglio dei ministri.

Si tratta, rispettivamente, della legge n. 13/2009 e della legge n. 29/2009. Entrando in dettaglio, la legge della Regione Marche prevede una serie di interventi in favore non solo di cittadini stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio regionale, ma anche di “cittadini stranieri immigrati in attesa della conclusione del procedimento di regolarizzazione”. La legge della Regione Toscana contiene alcune disposizioni che prevedono specifici interventi (in materia di assistenza socio-sanitaria, di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, di incidenza sui flussi migratori) in favore di cittadini stranieri immigrati privi di regolare permesso di soggiorno. Si tratta di interventi attraverso i quali le Regioni, secondo il Consiglio dei ministri, invadono un settore – l’immigrazione – di competenza esclusiva dello Stato. Tali leggi – sostiene il Governo – disciplinando ed agevolando il soggiorno degli stranieri che dimorano irregolarmente nel territorio nazionale, incidono sulla disciplina dell'ingresso e del soggiorno degli immigrati che, come affermato dalla Corte costituzionale, è riservata allo Stato.

La polemica A proporre l’impugnazione al Governo è stato il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, che vede nelle due leggi una netta invasione di campo, in chiave polemica, da parte delle Regioni Toscana e Marche. “Ho proposto – afferma il ministro – l'impugnativa di queste specifiche leggi delle Regioni Toscana e Marche ovviamente in punto di diritto ma non mi sfugge un punto di fatto, la presumibile volontà da parte delle suddette Regioni di eccedere le proprie competenze legislative anche con uno spirito di polemica nei confronti di leggi e norme decise dal Parlamento e quindi leggi dello Stato. Non mi pare – prosegue il ministro – che questo sia un atteggiamento utile al necessario dialogo tra Governo e Regioni e soprattutto vedo il pericolo di un inutile e dannoso implemento del contenzioso presso la Corte Costituzionale”.

Secca la replica del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, che “respinge al mittente” le osservazioni del ministro. “Quello deciso dal Governo – afferma – è un ricorso annunciato ancor prima che la legge fosse approvata, frutto di un atteggiamento ostile e pregiudiziale. La nostra legge dice quello che dice la Costituzione. E' una legge che interviene sugli aspetti sociali, di competenza regionale, legati alla presenza di immigrati, quindi alle politiche dell’accoglienza e dell’integrazione oltre che alle forme di primo e urgente soccorso a tutela anche della salute pubblica. La Legge toscana non interviene quindi né sulla condizione giuridica dell’immigrato, né sulla regolamentazione di flussi, materie di stretta competenza statale”. L'assessore all'Immigrazione della Regione Marche, Marco Amagliani, afferma in un intervento riportato dall’Agenzia Asca che la legge non eccede le competenze statali, ma si limita solo ad evitare che nel periodo di attesa per il perfezionamento delle procedure – ad esempio per rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno – e in presenza dei requisiti i cittadini immigrati perdano qualsiasi tutela o legittimo beneficio già acquisito in virtù magari del loro precedente stato di regolarità. Secondo l’assessore Amagliani la legge intende seguire la Costituzione, che “garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e richiede da parte della Repubblica l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

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Pubblicato il: Lunedì, 17 Agosto 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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