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Immigrazione, la percezione

04/12/2009

Secondo uno studio realizzato fra Europa e Nord America i cittadini “moltiplicano” la presenza degli immigrati

In tutti i Paesi di Europa e Nord America i cittadini (almeno il campione intervistato) ritengono che la percentuale di immigrati presenti entro i confini nazionali sia in realtà molto superiore rispetto ai dati ufficiali: gli americani, ad esempio, pensano che la popolazione immigrata negli Stati Uniti rappresenti il 35% del totale, i canadesi il 37% e gli europei in media il 24%. I dati emergono dalla ricerca Transatlantic Trends: Immigration 2009, frutto di un progetto congiunto del German Marshall Fund of the United States, della Lynde and Harry Bradley Foundation, della Compagnia di San Paolo e del Barrow Cadbury Trust in collaborazione con la Fundación BBVA. In generale, come lo scorso anno, anche nel 2009 in tutti i Paesi presi in esame si continua a ritenere che l’immigrazione rappresenti un problema e non un’opportunità. In base ai risultati di “Transatlantic Trends: Immigrazione 2009” a pensarlo è il 50% degli europei, mentre lo scorso anno negli stessi cinque Paesi analizzati (Olanda, Italia, Regno Unito, Germania e Francia) questa opinione era condivisa in media dal 43% degli intervistati. Riguardo al numero di persone nate al di fuori dell’Unione Europea, degli Stati Uniti o del Canada, almeno la metà degli intervistati nel Regno Unito (55%), in Italia (51%) e in Spagna (50%) afferma che sono “troppe”, al pari del 48% degli americani, che ritiene che il numero di persone che vivono negli Stati Uniti senza essere cittadini americani sia eccessivo. I canadesi (24%), i tedeschi (28%), i francesi (29%) e gli olandesi (32%) si mostrano meno inclini ad affermare che nei rispettivi Paesi vivono troppi immigrati; al contrario, in questi Paesi prevale - con maggioranze assolute o relative - l’opinione che gli immigrati siano “molti, ma non troppi”.

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Pubblicato il: Venerdì, 04 Dicembre 2009 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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