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Immigrazione in tempi di crisi

25/10/2012

Una ricerca Ires – Cgil ha analizzato “Il mercato del lavoro immigrato negli anni della crisi”

Alla crescita del numero di lavoratori e lavoratrici migranti e al loro fondamentale contributo all’economia italiana si accompagna un continuo peggioramento delle condizioni di lavoro che si somma alle condizioni di svantaggio già esistenti. E’ quanto emerge dai dati anticipati di un rapporto di ricerca di Ires – Cgil dal titolo “Il mercato del lavoro immigrato negli anni della crisi” basato sui dati Istat del secondo trimestre 2012. Secondo i dati, nel corso del quinquennio appena trascorso il mercato del lavoro italiano ha pesantemente subito gli effetti della profonda crisi economica e finanziaria. In particolare, i lavoratori immigrati nel corso dell’ultimo anno sarebbero entrati “nell’occhio di un ciclone”. Nel primo semestre 2012 la quota del lavoro immigrato sul totale è pari al 10% circa e si concentra soprattutto in alcuni settori: servizi collettivi e alla persona, costruzioni, agricoltura, turismo e trasporto. Oltre un terzo degli occupati immigrati svolge una professione non qualificata e circa il 60% è impiegato in una microimpresa contro il 34% degli italiani. Per quanto concerne le modalità di accesso al lavoro, il 64% lo fa attraverso la rete informale di parenti o amici contro il 31% degli italiani. 87% dei lavoratori stranieri sono occupati come dipendenti e solo per l’11,8% come autonomi.
L’analisi effettuata da Ires-Cgil evidenzia che l’occupazione degli immigrati stia subendo gli effetti della crisi in maniera estremamente negativa. I dati, infatti, configurano una maggiore precarizzazione dei rapporti di lavoro e una riduzione notevole delle ore lavorate che in vari casi nasconde - come verificato in settori chiave - falsi contratti part-time, false partite iva e aumento del lavoro sommerso. Contemporaneamente aumenta il divario tra le retribuzioni degli stranieri rispetto a quelle degli italiani. Il tutto concentrato in particolare in questi ultimi mesi, che segnalerebbero l’intensificarsi della crisi economica proprio in quei settori che vedono una maggiore incidenza del lavoro straniero.

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Pubblicato il: Giovedì, 25 Ottobre 2012 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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