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Immigrazione, il "Riccardi pensiero"

16/11/2011

"Se il nostro mondo vuole continuare, passerà attraverso l’appuntamento sereno con gli stranieri"

Accoglienza, intercultura, valorizzazione delle differenze, convivenza, coesione sociale, cittadinanza, solidarietà internazionale. Sono queste le parole chiave del “Riccardi pensiero” in materia di immigrazione. Il nuovo ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione aveva espresso la propria visione del fenomeno in occasione della Seconda Conferenza Nazionale sull’Immigrazione, tenutasi a Milano nel 2009.
Ecco alcuni passaggi dal suo intervento, che presentano molte affinità con il Piano Convivenza per la provincia di Trento e con quanto affermato ieri dal Presidente della Repubblica Napolitano, in particolare per quanto riguarda la cittadinanza ai “bambini e ragazzi di origine immigrata”.

“Perché, dopo anni, rendere l’acquisto della cittadinanza difficile, creando un popolo di italiani non cittadini? Perché un minore nato in Italia perde ogni diritto, quando i genitori decadono dal permesso di soggiorno? Perché non favorire l’acquisizione della cittadinanza ai nati in Italia, figli di stranieri? ...
L’immigrazione è una delle grandi questioni nazionali, paragonabile, per lo stato otto-novecentesco, a quella dei confini della patria ...
I fondi per le politiche sociali e l’integrazione sono irrisori, rispetto a quelli per controllare e contrastare l’immigrazione ...
Con gli immigrati, se passeranno attraverso un processo accogliente, giusto, costruttivo, di integrazione, il nostro mondo crescerà …
Se il nostro mondo vuole continuare, passerà attraverso l’appuntamento sereno con gli stranieri …
Se vogliamo vivere dobbiamo imparare la civiltà del convivere! ...
L’accoglienza richiama al valore dell’integrazione, che non spoglia l’altro della sua tradizione, ma lo inserisce in una casa comune, paese, comunità locali, regione, stato, società civile ...
Resta la responsabilità di operare un lavoro interculturale capace di valorizzare anche i frammenti delle diverse tradizioni, per costruire un alfabeto comune largo e comprensivo. La gente vive di più l’impatto dell’immigrazione perché non si sente in una società coesa ...
Il rafforzamento della cooperazione, intesa in modo da suscitare una rinnovata iniziativa delle società del sud del mondo, è un fatto prioritario se si vuole governare l’immigrazione.”

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Pubblicato il: Mercoledì, 16 Novembre 2011 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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