20/08/2012
La crisi economica in Italia riduce le opportunità di occupazione anche per i cittadini stranieriImmigrazione e lavoro
Le entrate di nuovi occupati di nazionalità straniera nel 2012 potranno arrivare a circa 113mila unità sia nel settore non stagionale sia in quello stagionale, a fronte dei 138.200 che le imprese prevedevano di assumere lo scorso anno. Si tratta di 60.570 assunzioni di lavoratori immigrati nell’ambito non stagionale e 52.160 in quello stagionale. I dati sono forniti dall’indagine annuale sulla domanda di lavoro immigrato per il 2012 segnalato dalle imprese italiane dell’industria e dei servizi e rilevato attraverso il sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro. Lo studio rileva che la crisi occupazionale e la progressiva ‘etnicizzazione’ di alcune figure professionali - sempre meno diffuse tra i candidati italiani in cerca di un lavoro - faranno tuttavia aumentare, nel 2012, la quota di lavoratori immigrati sul totale delle assunzioni. Dal 16,3% dello scorso anno potrebbe passare infatti al 17,9% di quest’anno. Dunque se la domanda di lavoro immigrato diminuirà quest’anno del 27% rispetto al 2011, quella rivolta a personale italiano scenderà addirittura del 31,6%, aumentando così l’incidenza relativa delle assunzioni di immigrati su quelle totali.
Secondo le imprese, potranno essere 22.420 in meno, cioè meno 27%, le assunzioni di manodopera non stagionale di origine straniera nell’industria e nei servizi. Il calo delle entrate si concentra soprattutto tra le imprese con meno di 50 dipendenti che contano di assumere solo 30.190 immigrati, 19.840 in meno rispetto al 2011, ovvero l’88,5% di tutto il calo previsto quest’anno. La diminuzione delle assunzioni degli immigrati si prevede in particolare nelle regioni del nord Italia, dove le entrate saranno appena 36.060 contro le 51.550 dello scorso anno. Nella Provincia autonoma di Trento, di fronte a 1490 assunzioni di immigrati nei settori non stagionali nel 2011, quest’anno si prevedono solo 660 nuove entrate.
Per quanto riguarda i settori occupazionali, quello dei servizi conferma un elevato grado di assorbimento di personale straniero, ovvero 42.340 unità, pari al 70% di tutte le assunzioni di immigrati. Nell’industria, dove sono previste 18.230 assunzioni, pari al 30,1% del totale della domanda di immigrati, si evidenzia una riduzione di fabbisogno di questi lavoratori di ben 16.960 unità rispetto all’anno scorso, corrispondente al 75,6% della riduzione complessiva prevista.
Il maggior numero di assunzioni di lavoratori immigrati riguarda la filiera dell’accoglienza (alloggio, ristorazione e servizi turistici) dove quest’anno le imprese prevedono di assumere 12.110, 2.860 in più rispetto al 2011.
Analizzando il rapporto tra la richiesta di lavoratori immigrati e lavoratori italiani, i dati dell’indagine Excelsior Unioncamere mostrano come questo rapporto sia particolarmente elevato per alcune figure professionali, in alcuni casi evidenziando una netta preferenza delle imprese verso i lavoratori immigrati. E’ il caso degli addetti all'immissione di dati, del personale non qualificato nei servizi di ristorazione, degli addetti alla preparazione, alla cottura e alla distribuzione di cibi e dei montatori di manufatti prefabbricati e di preformati: per questi profili il rapporto tra immigrati e italiani supera il 75%. Seguono i manovali e simili, pittori, stuccatori, laccatori e decoratori, conduttori di macchinari per la fabbricazione di articoli in plastica e operai addetti alle macchine confezionatrici di prodotti industriali.
“La riduzione nella domanda di lavoro immigrato - afferma Unioncamere - è una delle inevitabili conseguenze della pesante crisi economica che le imprese stanno fronteggiando. Ma i dati ci confermano pure che la componente immigrata è ormai una parte strutturale della forza lavoro in Italia, anche in considerazione del fatto che per molti profili professionali è difficile trovare candidati italiani. Per questo è importante, in questo momento di riduzione della domanda, non disperdere competenze molto utili al sistema produttivo e mettere in campo corsi di riqualificazione del lavoro e iniziative di sostegno a chi voglia creare una propria impresa”.