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Immigrazione e imprenditoria 2017

13/12/2017

All'inizio del 2017 si registrano 571mila imprese gestite da lavoratori migranti, il 9,4% di tutte le attività registrate dalle Camere di Commercio

"Oggi è difficile trovare italiani disposti a fare il duro e bellissimo lavoro del panettiere, ma io non riesco neanche ad immaginare un mondo senza pane" (Berencie Brown, vincitrice del premio imprenditore straniero dell'anno Money Gram Award 2017). E' quanto si legge nell’introduzione della quarta edizione del Rapporto Immigrazione ed Imprenditoria curato dal Centro studi e ricerche Idos con la collaborazione di Cna e di Money Gram. Il volume anche quest'anno si presenta in versione bilingue, italiano ed inglese ed approfondisce il tema dell'imprenditorialità immigrata a partire dai dati più aggiornati a livello comunitario, nazionale e regionale.
Sul piano europeo, come confermano i dati Eurostat, l’Italia è il primo Paese per numero di imprenditori e lavoratori autonomi. Tra questi, quelli di nazionalità straniera sono un settimo del totale comunitario, ovvero il 14,0%, e sono protagonisti di un aumento sostenuto anche negli ultimi anni.
All'inizio del 2017 si registrano 571mila imprese gestite da lavoratori migranti, il 9,4% di tutte le attività registrate dalle Camere di Commercio. Secondo i dati del Registro delle imprese, le attività indipendenti condotte da lavoratori di origine straniera sono cresciute del 25,8% dalla fine del 2011 (circa 117.000 aziende in più) e anche nel 2016 si sono evidenziate per un andamento in controtendenza rispetto alle imprese gestite da lavoratori nati in Italia (+3,7% le prime, -0,1% le seconde). Si conferma il protagonismo delle ditte individuali, che sono il 79,3% del totale, ma cresce la quota delle società di capitale (12,2%), mentre sono il 12,8% le start-up innovative in cui è presente almeno un migrante.
I cittadini di origine straniera sono sempre più presenti nei segmenti ordinari dell’attività produttiva. Alla consolidata presenza nel commercio (36,2%) e nell’edilizia (22,9%) si affianca il crescente inserimento nei servizi. Gli incrementi relativi più elevati si registrano nelle attività di alloggio e ristorazione, mentre segna il passo la manifattura. Rilevante si mantiene la partecipazione alle attività artigiane, che registra una presenza di 183mila imprese degli stranieri, il 13,6% di quelle attive nel settore.
Dal punto di vista della distribuzione territoriale, più marcata è la concentrazione delle aziende a guida immigrata nel Centro-Nord con il 77,4% del totale. Lombardia (19,3%) e Lazio (13,0%), e al loro interno Roma (11,4%) e Milano (9,1%), si confermano le principali regioni e province attività.
Per quanto riguarda le provenienze, continuano a distinguersi soprattutto i cittadini marocchini (14,5% degli immigrati responsabili di ditte individuali), cinesi (11,4%) e romeni (10,6%), ma sono i bangladesi a far segnare gli incrementi maggiori (+332,0% dal 2008).

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Pubblicato il: Mercoledì, 13 Dicembre 2017 - Ultima modifica: Mercoledì, 27 Giugno 2018

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